Progetto “Il Ponte”: a Natale regala un percorso di integrazione a un migrante

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MONZA – A Natale regala una borsa di studio a un migrante per aiutarlo ad inserirsi nel tessuto sociale italiano, apprendendo leggi, tradizioni e lingua. Il tutto attraverso insegnanti che hanno vissuto la sua stessa esperienza.

Un’idea originale tra le numerose iniziative di solidarietà che pullulano in questo periodo, dietro la quale c’è un progetto preciso che il suo ideatore culla da tempo: aiutare i migranti ad integrarsi, proprio attraverso l’esempio e la mediazione di chi, prima di loro, ha intrapreso il medesimo percorso.

L’idea della borsa di studio da donare a chi ha abbandonato la sua terra per trovare un futuro migliore in Italia arriva da Monza, da Joseph Sassou, 41 anni, nativo del Togo ma da oltre dieci anni residente in Brianza e presidente dell’associazione “Afriaca Italia”, impegnato da tempo nel settore dell’integrazione.

La sua idea natalizia rientra nel progetto “Il Ponte” e prevede la sovvenzione di una borsa di studio del valore di 30 euro per garantire al migrante che la riceve di partecipare a un percorso completo di informazione, educazione e formazione. Un corso che dura 16 ore, dietro alla cattedra immigrati che, come si legge sul sito dell’associazione “introducono e raccontano la cultura italiana ai loro “fratelli””. Docenti ben inseriti nel tessuto sociale della Brianza, che conoscono perfettamente lingua, usi, costumi, leggi ma al tempo stesso anche le tradizioni e la cultura dei Paesi di provenienza dei migranti. Tradizioni e modi di vita che spesso cozzano con quelli occidentali e che sono alla base di una difficile convivenza.

Durante le lezioni gli insegnanti spiegheranno come comportarsi, che cosa aspettarsi dall’Italia demolendo quei racconti che generano false illusioni, accompagnando lo studente all’autonomia una volta che sarà terminato il suo periodo di permanenza nei centri di accoglienza. Numerose le materie che verranno affrontate: accanto allo studio della lingua italiana (indispensabile per comunicare e per accedere al mondo del lavoro) e alla conoscenza delle leggi, verranno anche affrontati i temi della salute, dell’igiene e dell’educazione sessuale .

Sassou è certo della validità di questa iniziativa: ascoltare chi prima di loro ce l’ha fatta è senza dubbio monito e sprone. “I migranti ci ascoltano facilmente perché abbiamo fatto un percorso simile – commenta – E vedono attraverso di noi quello che possono raggiungere realmente. Quando parliamo, non lo facciamo solo con le frasi classiche ma con esempi di vissuti ed esperienze, con proverbi e a volte con leggende”.

Chiudere le porte dell’immigrazione ad oggi è molto difficile. Per Joseph Sassou diventa quindi fondamentale la formazione e l’educazione di chi, oggi migrante, domani potrebbe entrare nelle nostre case come amico, marito, genero, collega o dipendente. “Ma per entrare è prima di tutto necessario conoscere – spiega – Quando abbiamo un ospite in casa gli mostriamo le stanze. Oggi dobbiamo far conoscere a questi ragazzi come si vive in Italia: le leggi, gli usi, i costumi. Alcuni si trovano catapultati in realtà molto diversa da quella di origini. Ci sono giovani che hanno sempre vissuto nei villaggi dove al massimo avranno visto passare dieci automobili in un anno e oggi si ritrovano nel traffico delle città”.

Formazione ed educazione sono fondamentali per evitare che il giovane migrante si ritrovi poi in cattive compagnie. “Dobbiamo preparare questi ragazzi – conclude – Che entreranno tra cinque, dieci o vent’anni nelle nostre case”.

Per ulteriori dettagli sul progetto consultare il sito www.afriaca.com o inviare un’email a italia.afriaca@gmail.com

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