MONZA – In queste giornate di pioggia e cielo grigio, ho visto tante persone soffermarsi con ombrelli aperti al portone della chiesa di via Italia, quasi come se fosse un muro senza colori e senza suono. Se quelle persone avessero fatto un piccolo sforzo aprendo quella porta ed entrando in quell’edificio, non solo avrebbero trovato riparo dalla pioggia, ma anche goduto di un tempio di sapienza e mistico silenzio.
Una bianca acquasantiera accoglie all’ingresso il fedele e lo invita a “lavare via” le sue paure e a purificarsi nella fede di Dio. Affreschi nelle cappelle, sulla volta e sull’altare, ci parlano della vita di Gesù e di tutti coloro che lo hanno imitato soffrendo come lui pene e umiliazioni. Ci sono uomini e donne, “pilastri” della Chiesa, che con i loro scritti hanno costruito mattoni di saggezza e creato il mondo della cristianità. Il tutto fatto di colori vivi e forti che ci fanno alternare diverse emozioni: gioia e pathos, silenzio ed empatia, ammirazione e pace.
Correndo poi verso l’altare, tra vetrate dai colori forti e stucchi dorati, si potrebbero udire voci flebili cantare inni a Dio. Sono quelle delle donne che ogni giorno hanno scelto di “aprirsi” alla clausura nel cuore di Dio, sono le voci delle “Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento”.
Si nascondono dagli sguardi quotidiani dietro a grate e vetrate, magari sognando un piccolo mondo che una volta hanno assaporato. Oggi ascoltano voci e preghiere e le custodiscono nel loro cuore facendosi instancabili portavoce di speranze e richieste di aiuto.
Sono donne che vivono nel monastero annesso alla chiesa e, anche se non fanno troppo rumore tra le strade della città, il loro amore tuona in questo tempio apparentemente mite e pacato. Un tempio che merita certamente di essere scoperto, in silenzio, con occhi pronti a meravigliarsi e a rubare ogni suo angolo nascosto…
Stefania Castiglione
(con la collaborazione di un monzese doc)
Segui l’autrice su Facebook: visita Svelarte