MONZA – Rifondazione comunista mette i puntini sulle “i”: applaudire il progetto del baratto amministrativo avanzato dalla Giunta comunale assolutamente no, sarebbe meglio attuare il loro vecchio progetto dell’autorecupero.
La precisazione arriva direttamente da Michele Quitadamo, segretario cittadino del Partito all’indomani della pubblicazione del nostro articolo nel quale si spiegava l’intenzione della Giunta Allevi di introdurre il baratto amministrativo e del vecchio progetto del Prc dell’auto recupero nato in seno al Comitato del diritto alla casa del Foa Boccaccio.
“Il progetto del baratto amministrativo non ci piace – precisa Quitadamo – Un progetto di “sassoliana” memoria dove fin da subito emerge il problema dei controlli dei lavori. Infatti se fino ad oggi ci sono state serie difficoltà a monitorare l’andamento dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria negli alloggi comunali le stesse criticità ci sarebbero anche con il baratto amministrativo”.
Il principio di per sé è valido : andare incontro agli inquilini con difficoltà economiche che non sono in grado di pagare l’affitto, ma la sua attuazione sarebbe alquanto ardua.
Una riflessione, quella di Quitadamo, che nasce da una profonda conoscenza delle criticità nell’universo degli alloggi comunali (e anche Aler). “Lavori tirati a lungo e mai controllati – aggiunge – Un esempio per tutti: alcuni anni fa sono stati eseguiti lavori in alcuni palazzi comunali. Il collaudo è stato firmato sulla carta senza previo controllo in loco. Dopo pochi mesi sono riemersi quei problemi di infiltrazione idrica che c’erano prima degli interventi. Sono stati spesi inutilmente soldi dei contribuenti”.
Molto meglio, per Quitadamo, l’attuazione del progetto di autorecupero nato proprio da un’idea del Centro sociale Foa Boccaccio. “In questo modo si riqualificherebbe un bene comune – conclude – Beni che da anni vengono trascurati perché le amministrazioni sono a corto di budget e coloro che si prendono a cuore questa problematica vengono emarginati. Invece del baratto amministrativo si potrebbe pensare a un contributo per il sostegno all’affitto da parte dei Servizi sociali a quelle famiglie alle quali negli ultimi anni la crisi economica ha spezzato le gambe”.
Barbara Apicella