MONZA – “Perché il 22 ottobre bisogna andare a votare il referendum per l’autonomia della Lombardia e perché bisogna votare sì? Perché non vogliamo arrivare al livello della Grecia, perché vogliamo salvare la nostra sanità d’eccellenza che deve rimanere pubblica, perché con i soldi dei contribuenti lombardi vogliamo fare investimenti nella nostra Regione avendo sempre dimostrato di saper fare le cose bene e di risparmiare”.
Questo in sintesi l’intervento dell’assessore regionale Massimo Garavaglia venerdì sera ospite al Binario 7 di un incontro pubblico promosso da Anna Mancuso anima della lista civica “Monza Futura” sul sì al referendum.
Una sala gremita e attenta quella che ha accolto l’assessore regionale. Al tavolo dei relatori anche il vicesindaco Simone Villa e l’assessore alla Sicurezza Federico Arena.
Un’analisi lunga e dettagliata quella presentata da Garavaglia che ha messo soprattutto in evidenza quel residuo fiscale annuo di 54 miliardi di euro che la Lombardia avanza da Roma (con una media di 5.500 euro per lombardo, cifra che in Brianza schizza a 11 mila euro).
“L’anno scorso il referendum del 4 dicembre ha bocciato in toto l’intenzione di dare maggiori competenze a Roma – ha spiegato – Noi vogliamo fare il contrario, le regioni vogliono non solo più potere ma la possibilità di poter utilizzare i soldi dei loro contribuenti per la realizzazione di opere che servono all’interno del loro territorio”.
Garavaglia ha focalizzato il suo intervento sul virtuosismo della Regione Lombardia. “Siamo quelli che evadono di meno le tasse, con una media inferiore all’11 per cento mentre in Italia schizza al 17 per cento e in Germania al 14 per cento – ha continuato – Lo Stato per la Regione Lombardia spende una media pro capite di 2.400 euro, mentre la media nazionale è di 3.650 euro”.
Un invito al voto perché con il “consenso” del popolo il governatore Roberto Maroni possa poi andare a Roma a picchiare i pugni sul tavolo, con il grande sogno di portare il modello Trentino (senza però auspicare a una Regione a Statuto speciale che necessiterebbe di un iter più farraginoso di modifica della Costituzione) garantendo più soldi e servizi ai lombardi. Soprattutto con elezioni politiche ormai alle porte e il rischio, qualora il Governo dovesse rispedire al mittente le richieste della Regione Lombardia, di poter perdere il consenso alle politiche di primavera 2018.
“Il Trentino si occupa della sistemazione delle strade, anche quelle statali – ha spiegato – Questo in Lombardia non è possibile e Anas nella pianificazione dei lavori ha predisposto più investimenti in Basilicata che in Lombardia. Nella scuola il Trentino ha aumentato di 2000 euro all’anno lo stipendio degli insegnanti che hanno un contratto regionale: noi non possiamo. In campo previdenziale hanno introdotto una pensione integrativa sia per i dipendenti pubblici sia per quelli privati. E il bilancio lo distribuiscono all’interno della regione in base alle necessità di quel momento”.
Un modello da seguire, senza però diventare (almeno in questa prima fase) Regione a Statuto speciale. “A noi interessa avere le medesime competenze”, ha ribadito.
Un invito al voto, rassicurando anche gli elettori poco avvezzi alle nuove tecnologie di non temere il debutto in Italia del voto elettronico, con la presenza ai seggi di personale che spiegherà il funzionamento del voto.
“Si voterà nei seggi dove si è sempre votato – ha concluso Garavaglia – Utilizzando tablet di ultima generazione che verranno poi destinati alle scuole lombarde”.
Barbara Apicella