Rodolfo Beretta. Era partito più di 100 anni fa dalla sua Brianza, andando incontro ad un mistero chiamato guerra contro l’Austria Ungheria.
Di sicuro non lo sapeva cosa lo aspettava, come in fondo non lo sapeva nessuno dei milioni di uomini che diedero vita alla strage orrenda che poi sarebbe stata chiamata Prima Guerra Mondiale.
Rodolfo non era morto come la retorica descriveva le morti gloriose per la Patria. Non era caduto per un colpo di artiglieria, o la scarica di un fucile, o una mitraglia.
Rodolfo Beretta era stato semplicemente travolto da una valanga. Era sparito, soffocato, sepolto, congelato, e come altre centinaia di migliaia di altre famiglie italiane, non c’era mai stato un posto con il suo nome e il suo corpo, dove poterlo piangere.
Rodolfo Beretta era stato semplicemente una assenza.
Ma l’uomo, anno dopo anno, cambia il mondo. Come dimentica, travolge ciò che era. Travolge.
L’uomo corre, è potente, tanto da cambiare il clima. I ghiacciai che avevano sepolto Rodolfo si sono sciolti, e così lui è tornato a ricordare a tutti noi che, in questi giorni, si festeggiano 100 anni non di una vittoria, ma della fine disperata di una inutile strage.
O almeno, si dovrebbero festeggiare, perchè ben poco si fa e si è fatto, per ricordare gli uomini che combatterono quella guerra.
Non si è fatto quasi nulla, per la solita storia che con la cultura non si mangia. Eppure, dicono che l’unico modo per non ripetere sarebbe ricordare…
Giò, dicono.
Comunque Rodolfo Beretta domenica scorsa ha lasciato Trento, accompagnato dai suoi paesani, ed è arrivato a Besana. Lì ha incontrato l’emozione e il ricordo che meritava. Certo, la gente attorno non era quella di allora, ma in fondo Rodolfo ha avuto la fortuna di vivere e parlare per un giorno, a persone che vivevano un secolo dopo, come succede nei romanzi.
Cos’ha detto? Ognuno che era a Besana domenica, lo sa.
Gli altri, cosa Rodolfo Beretta ha da dire a noi di un nuovo millennio rispetto al suo, possono sentirlo nel silenzio.
E forse, nello stesso silenzio, ricordare quelli che delle nostre famiglie un secolo fa sono morti, là oltre il confine. Perchè ognuno di noi, dietro le spalle, ha un Rodolfo dimenticato da riincontrare.
Furono 650.000 mila i caduti, in un popolo di 35 milioni. Fate voi i conti…