MONZA – Il terremoto ha messo in ginocchio un’intera popolazione creando un immenso cratere di 2.900 metri quadrati in mezzo alle montagne. Il Rotary aiuta quel territorio e quella popolazione travolta da uno tsunami economico e psicologico sostenendo i giovani in progetti tesi al rilancio dell’economia. Senza dover abbandonare la propria terra, le proprie radici e la fatica dei propri antenati distrutte nell’arco di pochi secondi dai devastanti terremoti che hanno colpito l’Appennino centrale.
Una serata intensa ed interessante quella vissuta martedì, scoprendo anche sfaccettature e aneddoti spesso ignorati o taciuti dalla stampa. Vedendosi confermata la triste constatazione che a oltre un anno dalla prima tremenda scossa che ha distrutto Amatrice e altri comuni le macerie continuano a rimanere ammucchiate a bordo strada.
Se ne è parlato allo Sporting Club di viale Brianza in occasione della conviviale organizzata dal Rotary Club Monza Nord Lissone presieduto da Daniele Valtolina. Ospite Vincent Mazzone, rotariano, medico ad Ascoli Piceno che proprio durante una delle scosse più forti stava eseguendo un intervento in ospedale. Lì, nel cuore dell’Italia crollata (anche da un punto di vista psicologico) sotto il peso delle macerie il Distretto 2090 del Rotary Club ha avviato il progetto Fenice con l’obiettivo di aiutare le popolazioni non solo nell’immediato ma anche e soprattutto nel futuro facendosi tutor dei giovani del territorio e sostenendoli in progetti di rilancio dell’economia. Il tutto reso ancor più difficile dal fatto che le scosse si sono susseguite nel corso dei mesi aumentando e cambiando le necessità e le priorità della popolazione nell’itinere del progetto.
“Il grande rischio è quello dello spopolamento – ha spiegato il relatore – Il nostro obiettivo è sostenere le imprese, sostenere gli studenti anche attraverso borse di studio, sostenere l’economia e le aziende dei più giovani”.
Il progetto è stato presentato attraverso un video, realizzato dal Rotary Club per promuovere l’iniziativa, dove gli attori sono proprio quei giovani del territorio che dopo quel 24 agosto del 2016 hanno visto sogni e progetti crollare con le loro case e le loro attività. Ragazzi che malgrado tutto non hanno mollato la presa e, aiutati dal Rotary Club, si sono rimboccati le maniche e avviato (o riavviato) l’economia locale. “Rimaniamo qui perché se la montagna ci ha fatto vivere è la montagna che oggi ci chiede aiuto”: una profonda riflessione quella di un giovane imprenditore agricolo della zona protagonista del video di promozione del progetto Fenice.
“Un progetto in cui il Rotary offre un servizio di tutoraggio garantito dai rotariano – ha spiegato il relatore – Le imprese stanno tornando sul territorio. La chiave di svolta per rilanciare il territorio sta nella permanenza dei giovani nelle terre terremotate utilizzando anche le nuove tecnologie, avvalendosi di e-commerce e marketing territoriale. Aiutando i ragazzi, non solo a continuare a sognare, ma soprattutto a concretizzare i loro sogni”.
In un territorio dimenticato dalle istituzioni. “Nei mesi scorsi alcuni Rotary Club stranieri sono venuti in visita nelle terre terremotate – ha aggiunto – Si sono messi a piangere vedendo gente ancora in mezzo alla strada. Soltanto il 6% delle macerie sono state rimosse”.
L’invito poi a una trasferta in centro Italia è arrivato anche ai soci del Rotary Club Monza Nord Lissone. Noi, invece invitiamo i nostri lettori a conoscere e sostenere questo progetto.
Tutti i dettagli sul sito www.fenice2090.it
Barbara Apicella