MONZA – Una serata di spettacolo e “lotta”, lunedì sera al Teatro Manzoni, quella organizzata da Salute Donna. Lotta, non intesa come ai tempi di Lucio Battisti, protagonista con le sue canzoni sul palco del Teatro Manzoni, ma come impegno di solidarietà, a dimostrazione che insieme, fare si può soprattutto partendo da un sorriso grintoso alla vita, sensazione che rende gestibili anche situazioni drammaticamente al limite come quelle di una malattia fino a pochi anni fa definita incurabile ma che oggi, e questo deve essere un ritornello imparato a memoria, per lo più delle volte è gestibile in maniera positiva.
Insieme. Unendo la forza delle volontarie, le realtà istituzionali della Salute, a partire dall’Istituto Nazionale dei Tumori, presenti alla serata in misura cospicua, a dimostrare una attenzione sempre alta verso la associazione, e le istituzioni, con le forze politiche spesso sensibili alle chiamate alle armi di Anna Mancuso anche se con una qualche distinzione, come una stanca ma soddisfatta Presidente ha rimarcato a fine serata:
“Ringrazio l’assessore Federico Arena, il senatore Nunziante Consiglio, l’assessore regionale Massimo Garavaglia e alcuni Sindaci presenti in sala, persone che a differenza di altri politici non sono passati solo per i saluti iniziali ma sono rimasti con noi tutta la sera, godendosi fino in fondo lo spettacolo. Sono questi i politici che ci piacciono”.
Peccato per chi se ne è andato via, si è perso una bella serata fra divertimento e poesia: “Il Nostro Canto Libero” un concerto su Lucio Battisti, portato in scena dagli ex musicisti di Lucio, una serata conclusa sul palco nell’abbraccio gioioso di un esercito invincibile come le donne guerriere presiedute da Anna Mancuso, la fondatrice di Salute Donna, un team di volontarie che per buona parte ha testato durante la malattia come sia importante non essere soli e poter ricevere, trovando esse stesse, dopo la guarigione, la volontà di dare.
Aiutare, curando ma soprattutto prevenendo, è la via di Salute Donna, associazione partita da Monza anni fa ma da subito capace di risultati incredibili e tangibili, con la qualità in più di dichiarare prima, ogni volta, cosa le donazioni andranno a fare.
Così, lo splendido tutto esaurito di ieri, ha generato un ecografo per l’Ospedale di Cantù, un macchinario di pressoterapia per il reparto di Riabilitazione e il rinnovamento della sala d’atteso della Senologia dell’Istituto dei Tumori di Milano, e il rifinanziamento del Progetto Moira (presente la dottoressa Murru, una delle referenti, ballerina entusiasta nel finale sul palco), percorso scientifico che nel ricordo di un’anima importante per la storia dell’associazione, prevede un impegno di sostegno per le pazienti in chemioterapia perché la cura delle emozioni è importante quanto quella del corpo.
Il Nostro Canto Libero è stata però serata importante anche dal punto di vista musicale, con una band che è impropria considerare tributo, perché composta da persone che hanno accompagnato Battisti in carriera, respirando così tanto di lui, che in certi angoli di concerto sembrava fosse tornata quell’epoca seppur arrangiata coi suoni del digitale, ridestando un sound che ha cambiato la storia della musica nazionale restando, come dimostrato dai molti giovani in sala, un punto di riferimento per capire il senso profondo del nostro paese.
Nomi (e ricordi musicali) importanti, quelli sul palco del Manzoni .
Massimo Luca, chitarra e arrangiatore storico della musica italiana, o Gianni Dall’Aglio, che da ragazzino tredicenne partito dalla provincia, ha avuto il talento e l’onore di accompagnare la ritmica italiana dell’epoca d’oro, passando da Lucio a Celentano a Mina. Ne è venuta una serata di suoni originali, mischiati alla freschezza interpretativa di Franco Malgioglio, bassista e voce di una splendida versione di “Emozioni”, capace di dimostrare che ormai ci sono canzoni in grado di stare nella letteratura piuttosto che nella “leggerezza” della musica pop.
Bella serata. Non solo di note, con momenti divertenti e leggeri venuti da Silvana Fallisi, presentatrice storica di Salute Donna, e Viviana Porro, con Aldo Baglio di Aldo Giovanni e Gacomo che per una volta ha fatto da coniuge accompagnatore, d’altra parte come tanti mariti in sala..
Una serata soprattutto piena di vita, respirata nelle note di Lucio Battisti, poeta schivo, uomo difficile, che ha provato un cammino simbolico concluso tragicamente nella malattia, un percorso di gioia, dolore e grandezza capace di lasciare “agli altri”qualcosa di indimenticabile.
Ecco, lasciare qualcosa. E’ questa l’intenzione grintosa che ha portato Salute Donna all’attenzione nazionale. Si può oggi lottare per un qualcosa che si chiama “gli altri”? Sì, anche se “… capire tu non puoi, … chiamale se vuoi… emozioni”.
cc