Salute Uomo: ecco l’altra metà della salute

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Salute Uomo l'altra metà della salute

MONZA – Prima un po’ di storia. Salute Donna Onlus nasce nel 1995 da una esperienza femminile, da una grinta ed efficienza del tutto femminili, per combattere una esperienza di vita prettamente femminile.

Poi, tempo dopo tempo, l’Associazione fondata da Anna Mancuso è passata da esperienza locale a realtà nazionale. E’ logico che in questa nuova dimensione, Salute Donna tenda ormai ad allargare il suo orizzonte, pronta ad applicare la sua tecnologia e conoscenza del “dare” e del “fare” in ambito più allargato. E’ da questa volontà di espansione fattiva che nasce Salute Uomo, e a raccontarci i primi passi di questa nuova frontiera è Amilcare Brambilla, il responsabile della neonata costola dell’Associazione.

Gli chiediamo innanzitutto come è arrivato a questo incarico.

Conosco da anni l’associazione Salute Donna, grazie ed in virtù dell’amicizia che mi lega ad Anna Mancuso. Da sempre ho condiviso ed appezzato pienamente le sue finalità, non solo per l’impegno ed il sostegno che l’associazione offre ai pazienti in generale, nello specifico ai malati oncologici, anche per gli obiettivi raggiungi nel concreto, la professionalità, le capacità di Anna Mancuso, nonché la sua l’esperienza maturata nell’arco di un quarto di secolo. Questi elementi hanno contribuito e determinato la mia compartecipazione all’associazione dapprima come semplice volontario e hanno quasi reso naturale il mio impegno per Salute Uomo. Dopo la nascita formale della nuova realtà, assunta ufficialmente da delibera dal direttivo, ho accettato ben volentieri un incarico di responsabilità e di consapevolezza ma anche entusiasmante ed arricchente.”

Per la crescita della neonata associazione si potrà contare sulle stesse turbine che hanno fatto prepotentemente avanzare e crescere Salute Donna: fatica, entusiasmo, responsabilità e fattiva concretezza.

“Già, per noi sarà fondamentale potersi basare e poter contare su quella esperienza e su quelle conoscenze. Siamo di fronte ad una sfida enorme, perché in campo maschile, è difficile dirlo ma è così, la prevenzione e la cura del tumore, non hanno ancora in campo realtà di volontariato importanti come nel campo femminile. D’altra parte, è proprio partendo dalla constatazione di questa criticità che denuncia un vuoto sociale, che il Direttivo di Salute Donna ha deciso di allargarsi alla realtà maschile anche perché sono i dati recenti della malattia e della lotta contro di essa che confermano la necessità e l’utilità di una “Salute Uomo”.

Oggi sappiamo con certezza che la malattia può essere per la gran parte dei casi sconfitta ma le armi sono la prevenzione, l’informazione, la mobilitazione, l’interazione fra volontariato e pubblico; in buona sostanza il bisogno di approfondire e sostenere le conoscenze sul cancro nella società e nei malati.”

Dal punto di vista sociale, se guardiamo bene, la nascita di Salute Uomo è un ribaltamento simbolico evidente. Nella Onlus di Anna Mancuso sono essenzialmente le donne che hanno creato qualcosa. E’ la loro generosa efficienza femminile che le ha fatta arrivare dove ora sono, ed è ancora quell’altruismo da sesso “forte” che le porta a guardare dall’altra parte del cielo, per allargare all’altra metà quello che hanno acquisito in termini di crescita. Un testimone che ora Amilcare Brambilla raccoglie, con convinzione e grinta: Ora sta a noi uomini basarsi su quello che l’Associazione ha acquisito in questi anni ma partendo per un nuovo viaggio. E’ un po’ come scalare una montagna (di cui Amilcare è appassionato): faticoso e duro ma alla fine hai la soddisfazione e la certezza di raggiungere una cima che molti altri non hanno raggiunto”.

La nostra prima attenzione, per ora, deve essere quella di farsi conoscere, sia per prendere visibilità nel territorio che che per trovare nuove forze. Attualmente fra volontari e risorse mediche siamo ancora in pochi ma non potrebbe essere altrimenti, siamo partiti da poco. Dobbiamo però muoverci rapidamente.Abbiamo cominciato a lavorare sulla comunicazione, sia interna, attraverso volantini affissi nelle sedi di Salute Donna, sia esterna, attraverso i giornali. Non dobbiamo e possiamo fermarci qui, proprio per quella fragilità dell’associazionismo maschile di fronte ad una cruda realtà numerica della malattia e di fronte anche alle enormi possibilità di riuscita positiva che oggi il giusto percorso contro il male, attraverso la prevenzione, la cura precoce e l’informazione, possono dare”.

Dunque, d’ora in avanti, quando vediamo in piazza o sentiamo parlare di Salute Donna, accanto alle volontarie aspettiamoci sempre più volontari maschi, e spuntare il brand Salute Uomo.
Due metà, una unità, perché il cancro, come qualsiasi negatività, si vince più efficacemente attraverso una unione di intenti e non con parti e storie divise.

A questo punto, se la curiosità è venuta, e se a qualcuno potesse considerare di aderire ad una associazione per dare un contributo da volontario ma anche vivere una esperienza umana solida e senza paragoni, non resta che seguire con continuità la rubrica di Salute Donna e Salute Uomo su QuiBrianzaNews.

Già settimana prossima dedicheremo uno spazio di narrazione alla figura del volontario, come diventarlo e cosa vuol dire esserlo, quale valore ha per la propria esistenza e per quella degli altri. Avanti insieme.

A presto dunque, comunque, per qualsiasi informazione, consultare il sito, o telefonare allo 02/6470452. E’ inoltre possibile inviare una e-mail all’indirizzo info@salutedonnaonlus.it

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