Separazione figli dai genitori: abbiamo di recente sentito tutti i maggiori quotidiani nazionali snocciolare dati sulla povertà in Italia.
E tutti, almeno a parole, hanno precisato che un terzo della popolazione sotto la soglia di povertà è costituita da minori. E tra questi minori, 35.000 ogni anno vengono sottratti alle famiglie di origine. E che solo il 7% viene allontanato per motivi legati alla violenza o all’incuria. Nella stragrande maggioranza dei casi i bimbi vengono sottratti alla famiglia perché questa versa in gravi difficoltà economiche.
E allora noi siamo andate a vedere quanto costa allo Stato “l’affaire minori”.
Per mantenere un bambino nelle strutture o in affido lo Stato arriva a spendere fra gli 80 e i 250 euro al giorno, senza contare le spese legali e quelle peritali.
Rette in case di accoglienza, assistenti sociali, educatori, oss, consulenze legali, psicologiche, psichiatriche e mediche, psicofarmaci.
Ci sono, poi, i 3300 bambini italiani “rapiti” da uno dei due genitori e portati all’estero. Bimbi italiani di cui lo stato italiano, attraverso l’istituto dei Servizi Sociali, si è dimenticato. Ed è un fenomeno, invece, in tendenziale aumento negli ultimi anni: dal 2014 ad oggi sono 250 all’anno i bimbi portati all’estero con una scusa e mai rientrati in Italia.
Ecco: sono questi i dati che a noi preme diffondere.
Per ricordare che esiste l’articolo uno della legge 149/2001 che recita testualmente:” Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia”
E bisogna ripartire da qui per una profonda revisione dei Servizi Sociali per ricostruirli in maniera propositiva, costruttiva, partendo dall’assunto che solo in casi veramente straordinari ( ad oggi pari a meno del 10% del totale) è necessario allontanare i minori dalle famiglie. In tutti gli altri casi vanno supportate le famiglie d’origine accompagnandole in un percorso di sostegno alla genitorialità consapevole.
E vorremmo continuare a pensare che genitori colpevoli solo di attraversare una crisi economica, possano sentirsi accanto uno stato amico, che ascolti e prenda per mano, invece di creare orfani e assititi per leggi troppo rigide se non interpretate.
Ripetiamo: ”Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia”.
E’ la nostra costituzione…
Francesca Giarmoleo