MONZA – Firmano il contratto per trasformare la grande area commerciale sfitta della stazione, che affaccia su piazza Castello, in un grande bar di giorno e in una grigliera la sera. Per due anni investono tempo e soldi in progetti, contatti, pratiche burocratiche, sottoscrivono (e iniziano a pagare) fideiussioni con le banche per poi scoprire che l’affare è sfumato.
Perché, quello spazio – che secondo un contratto sottoscritto nero su bianco da Cento Stazioni (costola delle Ferrovie dello Stato che si occupa della riqualificazione delle cento più importanti stazioni del Paese, tra cui quella di Monza) e dai due futuri gestori del locale – in realtà dovrebbe ospitare gli uffici della Polfer e della Polizia di Stato.
Il condizionale è d’obbligo perché ad oggi di documenti che attestano la nuova destinazione non ce ne sono, come già chiesto dai due futuri gestori del locale. Ma solo la promessa lanciata la scorsa primavera dal Ministro Marco Minniti in trasferta a Monza, di destinare una sede più grande alla Polfer. Monza infatti, da anni vive il problema del degrado in stazione, soprattutto sul lato di piazza Castello e un presidio fisso e visibile degli agenti allontanerebbe i malintenzionati.
Ma, probabilmente, qualcuno si è dimenticato nel frattempo di avvisare i due privati in trattativa dal marzo 2016.
“È una vicenda che ha dell’incredibile – spiega Alessandro Zerbi che insieme al socio Massimo Muzza è al centro di questa querelle burocratica – Abbiamo firmato a maggio 2017 dopo una costante trafila e confronto con Cento Stazioni, a settembre abbiamo ottenuto il via libera dalla Sopraintendenza. L’attività avrebbe dovuto aprire entro la fine del 2017”. Ma ad oggi nulla di fatto; quando i due soci hanno chiesto a Cento Stazioni le chiavi dell’area si sono sentiti rispondere che quello spazio era destinato alla Polfer.
Zerbi e Muzza non volevano credere alle loro orecchie. La vicenda adesso è finita in mano ai legali. “Noi andremo fino in fondo – spiega Zerbi – Noi esigiamo un documento antedecedente la sottoscrizione del nostro contratto in cui si attesta che davvero quello spazio è destinato alle forze dell’ordine. Io non posso credere che Cento Stazioni non sappia i piani delle Ferrovie di Stato e viceversa. Se c’era una variazione di destinazione perché anche a metà strada non ci hanno avvisato? È una situazione assurda: noi abbiamo sottoscritto un impegno, anche dal punto di vista economico”.
Anche perché, se tra le intenzioni di portare le forze dell’ordine in piazza c’è quella di allontanare i balordi Zerbi replica che la medesima funzione la può svolgere benissimo un locale. “Uno spazio illuminato – conclude – Un locale frequentato dalla mattina alla sera da bella gente e comunque dalle famiglie allontanerebbe i malintenzionati”.
Intanto al Binario 7 si è fermato il treno della malaburocrazia.
B.Api.
Il bar va benissimo. Se poi il bar starà aperto “normalmente” anche la domenica rompendo la tradizione della stazione di Monza e se la gestione avesse la possibilità di vendere i biglietti almeno per Milano sarebbe il massimo. Porterebbe la stazione ad essere una vera stazione. La prossima tappa potrebbero essere i gabinetti, meno da terzo mondo, con guardiano e tariffa.