MONZA – Le radici non si possono sradicare: fanno parte di noi, del nostro cuore e del nostro dna. Solo quando Stefania ha capito che la sua Napoli, anche se ora lontana, fa parte della sua anima è riuscita davvero a far decollare il suo sogno e farsi apprezzare e seguire da quei monzesi che, all’inizio, non avevano compreso e amato quella solarità ed entusiasmo che mette in ogni sua azione.
Oggi vi raccontiamo una storia particolare, solo all’apparenza banale nella quale, secondo noi, in molti si ritroveranno. È la storia di Stefania Castiglione, classe 1979, napoletana verace, moglie e mamma che da tre anni si è trasferita nella città di Teodolinda e la mattina, aprendo le finestre su piazza Trento e Trieste, invece di ammirare il Vesuvio e il golfo si lustra gli occhi con i tetti storici, le guglie del Duomo e la facciata del Municipio.
Stefania, guida turistica “con patentino nazionale e lunga esperienza” (ci ricorda con orgoglio), sta pian piano realizzando il suo sogno anche in città: far conoscere ai monzesi, ma non solo, le bellezze storiche e artistiche della città di Teodolinda, ma anche quelle di Napoli e a breve di altre famose città italiane. Visite guidate reali e virtuali, fuori dai classici schemi dei monumenti da manuale, ma cercando di individuare quelle peculiarità che spesso anche ai monzesi sono poco note.
Ha aperto anche un profilo facebook ad hoc che si chiama “Monza da svelare” e dove promuove le sue visite guidate diverse e alternative, formato famiglia perché l’amore per l’arte si apprende fin da bambini. Proprio come è successo a Stefania. “Vivevo vicino al centro di Napoli – ci racconta aprendoci le porte della sua casa e offrendoci subito ‘na tazzulella ‘e cafè con sottofondo la musica di Pino Daniele – Quando mia mamma mi accompagnava dalla nonna che viveva nel cuore di Napoli, mentre attraversavamo i vicoli mi raccontava la storia di quello che vedevo”.
Fin da piccola ha nutrito la passione per l’arte con il grande sogno, poi diventato realtà, di diventare lei stessa cicerone della sua amata città. Poi, tre anni fa, il marito viene trasferito per lavoro a Milano e Stefania decide di seguirlo con le due figlie abbandonando, non solo gli affetti, ma anche il suo collaudato lavoro di guida turistica.
“Ho scelto di vivere a Monza perché è una città più a misura d’uomo – spiega – Ma quando sono arrivata non la conoscevo”. Un arrivo non certo facile: nel periodo natalizio, con i mercatini in pieno centro e la difficoltà di fare il trasloco. “Ricordo che in preda al panico ho inviato un’email all’allora sindaco Roberto Scanagatti – continua – Spiegandogli il mio problema. Mi ha risposto e fortunatamente sono riuscita a fare il trasloco senza problema mentre sotto al palazzo c’erano le bancarelle dei mercatini”. Mentre la città viveva il clima natalizio Stefania iniziava a conoscere quel nuovo nido che l’avrebbe accolta. Inserirsi non è stato facile e la sua allegria e solarità più di una volta hanno cozzato con i ritmi e il carattere dei monzesi.
“Quello che più mi ha fatto male è stato il commento di un signore – prosegue – Per carattere sono gioiosa e rido spesso. Un giorno un uomo mi ha rimproverato dicendomi che dovevo ridere di meno perché l’ilarità non sempre è sintomo di intelligenza”. Un pugno nello stomaco, una doccia fredda che ha immediatamente spento quell’allegria e quel sorriso che Stefania aveva sempre stampato in volto. Che fare? Spegnersi, indossare una maschera, omologarsi? No, lei ha scelto di rimanere se stessa, di rimboccarsi le maniche e di riprendersi in mano la propria vita partendo da quello che sapeva fare anche se la “pucundria” quella malinconia tanto nota ai napoletani qualche volta la travolgeva.
“Ho deciso perciò di rimettermi sui libri, studiare e conoscere quella città che mi stava accogliendo – prosegue – La sera e nei pochi momenti liberi che la vita di mamma di offriva studiavo: la storia, l’arte, i monumenti tutto quello che c’era da sapere su Monza”. Poi ha ritirato fuori il suo patentino di guida turistica ricevendo però parecchie porte in faccia.
A quel punto la decisione di non arrendersi e quell’arte, tipicamente italiana, di arrangiarsi. Organizzando lei stessa visite guidate originali e particolari che stanno riscuotendo un grande successo. Come quella di alcune settimana fa al Centro civico di via Lecco dove ha accompagnato “virtualmente” decine di turisti provenienti da tutta la Lombardia alla scoperta della città di Pulcinella allietata dall’intermezzo di Michele Fierro e conclusasi con un gustoso rinfresco a base di prodotti tipici della sua terra. Perché si sa che la conoscenza di un territorio passa anche dalla tavola.
Stefania è ormai un vulcano in piena: domenica mattina organizzerà una visita guidata alla scoperta degli alabardieri accompagnata proprio da un alabardiere in divisa, a dicembre sempre al Centro civico di via Lecco una mattinata alla scoperta di Michelangelo uomo d’arte e uomo d’amore e poi prima di Natale una chicca (che ancora non ci ha svelato) sulle tradizioni locali. Intanto arrivano costanti le richieste anche di trasferte a Napoli, oltre a visite guidate delle scuole e di chi la città di Teodolinda non la conosce e la vorrebbe scoprire in modo diverso.
“Sono felice che pian piano il mio progetto si stia realizzando – conclude – Non è stato facile ma è una rivincita personale verso chi mi ha chiuso la porta in faccia”. Ma la grande vittoria di Stefania è quella di essere riuscita a mantenere quel sorriso e quell’ilarità che la contraddistinguono contagiando quei monzesi, ma non solo, che grazie a quell’allegria e a quell’entusiasmo si sono avvicinati all’arte scoprendo le bellezze della nostra meravigliosa Italia.
Barbara Apicella
Grazie Barbara Apicella x il tuo articolo su di me…..troppo buona!!
Hai fatto bene a tornare in Campania…Lo farei anch’io se potessi , da Campano della provincia di Benevento a Milano ! Ho fatto un errore ad andar via negli anni 80 e adesso che sono un lavoratore autonomo è troppo tardi. Beato chi non è costretto a lasciare la propria Nazione come Me e Te per andare in un Paese straniero come l’Italia.