VIMERCATE – Scaricati come pacchi. Da una scuola all’altra della Brianza. Tre giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico non è ancora finita l’odissea dei 217 studenti brianzoli rimasti senza una scuola dove studiare. Dopo il quarto anno all’Ente di formazione professionale Ecfop di Monza, i ragazzi avevano ottenuto il diritto di frequentare il quinto anno. Con tanto di esame e di attestato di idoneità del ministero della Pubblica istruzione. E invece, no. All’inizio dell’anno scolastico, hanno scoperto che per loro non c’era posto.
Il caso più paradossale è forse quello di Matteo Marchi di Villasanta, Giulia Sangiorgio di Biassono, Alessandro Golin di Bovisio Masciago, Mattia de Biase di Monza, Eleonora Migazzi di Biassono e Chiara Romanelli di Monza. Giovedì mattina i sei studenti hanno bussato alla porta dell’Iss Floriani di Vimercate. Poi, a quella dell’Ipsia Meroni di Lissone. Ma nessuno dei due dirigenti scolastici sembrava convinto di iscrivere i ragazzi.
Alla fine, a porre fine a mille dubbi, è stato l’ufficio scolastico provinciale di Monza e Brianza, che ha invitato l’Iss Floriani di Vimercate a iscrivere i sei studenti senza alcun esame di ammissione.
In tanti alla fine sono stati ammessi in aula. Quasi tutti dalla porta di servizio e per il rotto della cuffia. Molti sono stati ammessi, ma hanno dovuto consultare un atlante per scoprire dove si trova la scuola che dovranno frequentare. C’è chi si è rivolto a un istituto privato, costringendo papà e mamma a staccare un assegno da 3 mila euro. Chi è stato iscritto a una scuola serale, chi a un corso di studi eccessivamente pesante per il suo curriculum. Non manca addirittura chi ha gettato la spugna e ha messo il diploma tra i sogni nel cassetto.
Assai scossi da questa brutta esperienza le famiglie e i giovanissimi studenti: “Abbiamo fretta di porre fine a questa lotta contro il tempo – spiega Mattia De Biase -. Prendere la maturità per noi non sarà una sfida facile. Sappiamo che il nostro cammino sarà in salita. Insieme alle nuove materie, dovremo colmare anche le lacune della nostra preparazione di base. Speravamo che presidi e insegnanti ci venissero incontro. Invece, ci stanno solo sbarrando la strada. Abbiamo di fronte un labirinto burocratico: all’inizio dell’anno scolastico siamo già sfiniti”.
Marco Mologni