Dopo la tragedia sono le ore del dolore. Quelle di chi si interroga sul perché di quelle vittime sul lavoro alla Lamina di via Rho a Milano. Marco Santamaria (42 anni), Giuseppe Setzu (47 anni), Arrigo Barbieri (57 anni) sono i nomi più volte risuonati in questi giorni anche nell’apertura dei telegiornali nazionali.
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo per fare luce sulla morte dei tre operai in uno dei forni dell’azienda specializzata nella lavorazione di metalli. Una realtà aziendale, a dire il vero, che si è sempre distinta per l’attenzione nei confronti della sicurezza. Non stavolta, secondo le indagini, che mirano a fare chiarezza sul sistema di allarme per la fuoriuscita del gas, che pare non abbia fatto il suo dovere. Si tratta di esalazioni di azoto. Così è stato accertato dalle verifiche.
Nel frattempo i Comuni si stringono attorno ai familiari delle vittime. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, luogo in cui è avvenuta la tragedia ma anche residenza di Setzu, è pronto a dichiarare il lutto cittadino. Dolore a Burago di Molgora, Comune ove viveva Santamaria. Arrigo Barbieri abitava a Busto Arsizio, sconvolta dall’accaduto.
“Esprimo a nome di tutta la comunità di Muggiò – ha scritto pubblicamente il sindaco Maria Fiorito – profondo cordoglio per la tragedia sul lavoro avvenuta a Milano, presso la ditta Lamina, che ha coinvolto diversi operai, due dei quali nati nella nostra città. Vorrei che ci stringessimo idealmente intorno a Giancarlo Barbieri, che ancora in queste ore sta lottando fra la vita e la morte, con la speranza che possa tornare presto a casa sua, nella nostra città, mentre faccio le condoglianze alla famiglia di Arrigo Barbieri, che purtroppo non ce l’ha fatta e nella serata di martedì ci ha lasciati”.
A.C.