Viaggiando nel mondo dei fiori e scoprendone i loro significati, le loro origini, le storie e le leggende che si nascondono dietro di essi, non possiamo tralasciare il Trifoglio.
Solitamente trascurato per preferirgli il “cugino” più fortunato e ricercato: il Quadrifoglio. Ma, in realtà, la pianta originaria è proprio il Trifoglio, con le sue foglioline verdi dal numero perfetto che moltissime volte abbiamo incontrato nelle nostre avventure nei prati, allontanandolo con la mano alla spasmodica ricerca di quella quarta foglia in più fortunata e di buon auspicio.
Fra tutte le specie, quella maggiormente diffusa al mondo è il Trifoglio Bianco, trifolium repens, così detto perchè la sua caratteristica principale, che lo rende distinguibile dalle altre specie, consiste nelle striature bianche presenti nelle foglie. Delle lievi pennellate lucenti qua e là, sulla superficie color erba, ad impreziosire la pianta.

Quell’imperfezione tanto ricercata…
Il tanto apprezzato e ambito Quadrifoglio, invece, che come dicevamo prima è la varietà più agognata, in realtà è semplicemente un’anomalia genetica del Trifoglio. In natura, infatti, quella fogliolina aggiuntiva è considerata un’irregolarità propria del Trifoglio Bianco, tanto è vero che la quarta foglia è sempre generalmente più piccola rispetto alle altre tre.
Eppure, l’aspetto affascinante è proprio questo: quella che in natura, in genetica, nella scienza insomma, è una seppur lieve imperfezione, una mutazione non voluta, per noi uomini è un evento incredibile.
Un esempio che fa riflettere quello del Quadrifoglio e che, più che fortuna, dona speranza. Speranza nei confronti della bontà umana che si manifesta imprevedibilmente, quando meno ce lo si aspetta, ma che è in grado di rivalutare un’imperfezione genetica che, sotto una nuova luce, si trasforma in magia, in simbolo di fortuna.

Molte sono le credenze sulla fortuna che scaturirebbe dal Quadrifoglio. Secondo alcune, basterebbe solo guardarlo per far sì che porti fortuna o indicarlo semplicemente con un dito. Mentre altri sostengono che si deve cogliere il Quadrifoglio ma, attenzione, solo per regalarlo a un’altra persona, altrimenti si rischia di perdere la buona stella.
Inoltre, se il Quadrifoglio viene scovato da un uomo, la leggenda tramanda che quest’ultimo si ritroverà presto ricco, se invece la fortunata è una donna, questa in breve tempo si sposerà.
Altre usanze, tramandate nel corso dei secoli, ci parlano invece del Quadrifoglio come se fosse un vero e proprio talismano. Non solo portafortuna, quindi, ma anche cimelio protettivo. E da qui deriva la tendenza, ormai diffusissima, di portare le quattro foglioline al collo, come ciondolo, ma sfruttato anche per la creazione di molti altri gioielli, o oggetti di ogni tipo: perchè tenendolo sempre vicino a sé possa preservarci e augurarci buona fortuna.
Negli anni della guerra, infatti, metterlo all’occhiello aveva il potere, secondo una superstizione, di esentare dal servizio militare.
E si dice che se una ragazza mette il Quadrifoglio sotto una scarpa la mattina del giorno di San Valentino, sposerà il primo uomo, privo di legami sentimentali, che incontrerà sulla sua strada. Nascondere il Quadrifoglio sotto il cuscino, per di più, favorirebbe dei bei sogni e, addirittura, custodendolo in casa terrebbe lontano i fulmini e respingerebbe il diavolo.
Infine, secondo una tradizione celtica trovare un Quadrifoglio e mimetizzarlo tra i capelli, donava il magico potere di rendere visibili gli elfi e le fate.
Si può, dunque, constatare che il filo conduttore di tutte le leggende e le credenze legate al Quadrifoglio, sia la sua magica capacità di palesare ai nostri occhi ciò che altrimenti non potremmo vedere. Che siano elfi, fate, animali fantastici, oppure la giusta strada che si dipana davanti a noi ma della quale non ci accorgiamo, oppure la fortuna, il buon auspicio…il Quadrifoglio ci apre gli occhi.

Anche il Trifoglio sprigiona magia e qualità nascoste
Ma non è solo il Quadrifoglio a possedere qualità nascoste e incredibili, magico e simbolico lo è anche il Trifoglio. Basti pensare, infatti, che per gli antichi Greci e gli Egizi la pianta fungeva addirittura da “meteorologo”. Molto simile al meccanismo delle foglie e dei fiori dell’Acetosella, anche le foglioline del Trifoglio si volgono verso l’alto, quasi impazienti, prima dell’arrivo della pioggia mentre, di solito restano aperte a ventaglio orizzontalmente.
Inoltre, Greci, Romani e Druidi (i sacerdoti celtici), che già facevano del Trifoglio il cibo preferito degli elfi, attribuivano alla pianta proprietà calmanti e disintossicanti, oltre a considerarla un valido rimedio contro il veleno. Il Trifoglio rappresentava, quindi, una valida e forse l’unica salvezza contro il morso di serpenti e di scorpioni, e proprio per questo motivo veniva associato a un debellatore del demonio.
Oltre alle sue proprietà mediche, il Trifoglio era una pianta particolarmente nota agli antichi per via di un’altra apprezzata “capacità”: quella di rendere fertili i terreni su cui cresceva. Proprio per questa sua proprietà si diffuse in Europa, in epoche più recenti, l’usanza di coltivare il Trifoglio su terreni scarsamente produttivi.
Infine, il Trifoglio è uno dei simboli non ufficiali dell’Irlanda: la tradizione vuole che sia stato utilizzato da San Patrizio in persona, l’evangelizzatore dell’isola, per spiegare il mistero della Trinità, ovvero tre entità distinte, come le foglioline, riunite però in un’unica pianta.

Insomma, la credenza che vede il Quadrifoglio l’unico detentore di proprietà magiche e capacità beneauguranti, è tutta da sfatare. Anche quello che potremmo definire il suo “primo cugino”, cioè il Trifoglio, si è dimostrato essere una pianta, oltre che estremamente bella, anche colma di caratteristiche affascinanti.
Che si preferisca portare vicino al nostro cuore un Quadrifoglio oppure un Trifoglio, entrambe le piante sono un regalo tutto naturale per augurarci buona fortuna, aggiungere un pizzico di magia alla nostra vita e proteggerci.
Francesca Motta