MONZA – “Ho avuto anche io tanta paura, ma per fortuna sto bene. Così come stanno bene anche tanti amici e conoscenti italiani che vivono a Città del Messico. È stata un’apocalisse”. Questo il racconto di Edoardo Papini, 34 anni monzese d’adozione, che dal 2010 lavora a Città del Messico. Numerosi e prestigiosi incarichi nel mondo della politica e del business e oggi un ruolo altrettanto importante nel mondo dei media, per Mexico Forbes. Una giornata che certamente il giovane non dimenticherà. Ironia della sorte un terremoto fortissimo avvenuto proprio nel giorno dell’anniversario di quella terribile scossa che nel 1985 aveva messo in ginocchio la megalopoli.
“Il Messico è un Paese altamente sismico – ci ha raccontato Edoardo, che abbiamo contattato telefonicamente un’ora fa – In un anno ci sono circa 2-3 terremoti. L’ultimo neanche una decina di giorni fa: di magnitudo certamente superiore rispetto all’ultimo, ma con epicentro nell’oceano”. Questa volta invece l’epicentro era a meno di cento km dal centro abitato.
“Ero nel pieno di una tipica giornata lavorativa – ha proseguito – Poco dopo le tredici, ero nel mio ufficio quando improvvisamente ho visto e sentito ballare il grattacielo. Il terremoto è durato circa un minuto, poi il grande boato”.
I colleghi che gridavano, che si riparavano nelle zone di sicurezza. Gente che in preda a crisi di panico ha iniziato a gridare, piangere e pregare.
“È stata un’apocalisse – ha proseguito Edoardo, che però ha avuto il sangue freddo di riuscire a filmare quei tragici attimi con il telefonino e postare il tutto su facebook – Anche io ho avuto paura”.
Poi è partito immediatamente il piano di evacuazione con i dipendenti che scendevano in strada. “Mentre scendevo lungo le scale di sicurezza del grattacielo vedevo le pareti cadere”, ha aggiunto.
Un’immagine che rimarrà indelebile nella mente del giovane monzese. Soprattutto quel fiume di persone che si sono riversate nelle strade. “C’era una marea umana – ha aggiunto – nel frattempo fughe di gas ed esplosioni”.
Edoardo sta bene, ha subito rassicurato amici, parenti, colleghi e collaboratori che dall’Italia, e in particolare dalla Brianza, si sono immediatamente accertati della situazione.
A Città del Messico la macchina della ricostruzione e della solidarietà si è subito messa in moto. “Città del Messico è una megalopoli – ha aggiunto – Il fulcro della vita politica ed economica del Paese, è fondamentale che si riparta immediatamente. Si è subito mossa la macchina della solidarietà, con i supermercati presi d’assalto per comprare bende e medicamenti. Le vittime sono centinaia, ma altrettanti i feriti”.
Quasi scaramanticamente Città del Messico si sta sta rialzando. “Il presidente ha avviato un piano speciale con l’intervento anche delle forze dell’ordine”, ha concluso.
La grande paura è quella di una nuova scossa che possa radere al suolo i numerosi edifici ancora in piedi ma fortemente danneggiati.
Il nostro concittadino per fortuna sta bene, ma con i brividi ancora nella schiena ci saluta ricordandoci che “neanche due ore prima della fortissima scossa era stata organizzata una simulazione per ricordare il grande terremoto di 32 anni fa”.
Barbara Apicella