Soffiarci sopra a pieni polmoni, chiudere gli occhi e sperare che il desiderio si avveri.
No, non stiamo parlando delle candeline che segnano gli anni compiuti sulla torta di compleanno, ma dei semi del Soffione.
Una vera e propria estensione dei nostri sogni che, proprio come loro, compiono un viaggio, fisico ma soprattutto una traversata astratta nel territorio della speranza. E così, i nostri più profondi e agognati desideri, si slacciano dalla terra per correre verso il cielo sospinti dalla brezza celeste, per poi depositarsi di nuovo al suolo e lì, si spera, seminare i propri frutti e far avverare i nostri sogni.
Ma l’antica tradizione di soffiare sui candidi e morbidi semi del Soffione, può essere più articolata di così. Esistono, infatti, delle usanze che vedono il fiore addirittura come un attendibile oracolo. In questo caso, pertanto, è necessario esprime il desiderio e poi (è questo il passaggio più delicato nonché temuto) soffiarci sopra con tutta l’aria che si possiede perchè il numero di volte con le quali è necessario far volare via tutti quanti i semi del Soffione, ci rivelerà i giorni e quindi il tempo esatto entro il quale la nostra richiesta si esaudirà.
Forte e fiero come un leone
Illuminano i nostri prati come le stelle del cielo notturno. Ma i Soffioni non sono sempre così bianchi, soffici e dall’aspetto delicato, tanto che ad un soffio, si staccano dal pistillo e volano verso nuovi orizzonti. Il fiore è noto anche con il nome di Tarassaco, o Dente di Leone, proprio perchè in primavera i semi del Soffione fioriscono in un bellissimo e luminoso capolavoro. Un fiore raggiante, dalla corolla folta e dai petali gialli tanto amati dalle golose api che, dal suo nettare non a caso producono il noto miele di Tarassaco.
E così il niveo Soffione, come tutte le più meravigliose creazioni della natura, compie una metamorfosi e rinasce nel dorato e sfavillante Tarassaco. Un fiore che sembra essere stato tinteggiato dai raggi stessi del sole, una corolla spumeggiante e fiera che ricorda proprio quella del ruggente re della foresta. Un fiore forte e coraggioso, dunque, questo Dente di Leone che si fa portatore, appunto, non solo di speranza e di fiducia, ma anche di forza.
A tal proposito, si narra che Teseo mangiò per ben 30 giorni di fila solo Denti di Leone, allo scopo di diventare abbastanza forte da affrontare e sconfiggere il temuto Minotauro.
Una leggenda irlandese, invece, vuole che la storia del Soffione sia strettamente connessa al mondo delle fate. Con l’arrivo nel mondo dell’uomo, infatti, fate, gnomi, elfi e molte altre creature magiche, furono costrette a nascondersi nei boschi. Ma le fate, impossibilitate a mimetizzarsi a causa dei loro ampi vestiti, decisero di trasformarsi in Denti di Leone. Non persero, però, la loro fierezza: ogniqualvolta si calpesta un Soffione, infatti, quest’ultimo ritorna sempre inevitabilmente a ergersi nel prato.
Non solo affidiamo al Soffione la speranza di esaudire i nostri desideri, ma ci rifacciamo al fiore di Tarassaco anche per curare l’itterizia. O almeno era quello che avveniva in passato, seguendo la cosiddetta Teoria delle Segnature, secondo la quale ogni pianta o fiore può curare una determinata parte del nostro corpo in base alla forma o al colore che lo collega ad esso. Proprio per questo motivo il Tarassaco, per la sua accesa colorazione gialla, veniva associato al fegato e alla cura delle sue patologie.
Prendiamo il volo…come i semi del Soffione
Bianco e immacolato come la luna, poi giallo e brillante come il sole, il Soffione rappresenta perfettamente l’alternarsi del giorno e della notte. Un’ulteriore testimonianza del fatto che cielo e terra sono due riflessi dello stesso specchio, due entità speculari che si complementano. L’una con i suoi variopinti fiori e l’altro con le sue luminose stelle.
Ma il Soffione non smette mai di stupirci. E infatti, se lo osserviamo attentamente, scopriamo che il fiore è una nitida trasposizione della vita. Dapprima tenacemente e timorosamente ancorati al pistillo, ai semi del Soffione basta un soffio o una folata di vento, per intraprendere il proprio viaggio nell’aria, nel vento, nell’ignoto. E così siamo noi umani, ci allontaniamo dalle nostre sicurezze per iniziare quella incognita avventura che ci condurrà verso il nostro destino. Finchè anche noi, come i semi del Soffione, non troveremo un terreno adatto a mettere radici.
Il Soffione è una splendida metafora della vita, che pare conservi in sé anche dei poteri magici.
Oltre a portare fortuna, per questo motivo veniva spesso inserito nel bouquet della sposa, si pensava che il fiore potesse trasmettere il potere di farsi accettare dalle persone. Nell’antichità, infatti, era utilizzatissimo dalle streghe che, strofinandosi addosso la morbida “chioma” del Soffione, speravano di poter camminare indisturbate tra la folla e di essere, finalmente, benvolute dalla gente.
Esiste desiderio più grande?
Se solo bastasse un soffio per sentirsi accettati…
Francesca Motta