La vasca volano a Nova Milanese è l’ammiraglia di altre strutture di Brianzacque che verranno, per prevenire gli allagamenti nel territorio.
Le chiamano, grandi opere. Anche se a volte le Italie “da bere” delle varie Repubbliche, hanno messo addosso un qualcosa di amaro, il senso di budget esagerati, gonfiati, lavori mai terminati, e che non funzionavano. Resta il fatto che se togli la ruggine lasciata dal Bel Paese che non vorremmo, per quel che è sorto a Nova Milanese il nome non ha nulla di sbagliato.
Si incomincia da “grande”. Grande: qualcosa in grado di sintetizzare. Di fare del locale, un sistema. Grande, come costruire una prospettiva.
Grande è un investimento, incidere il territorio facendo del presente il futuro.
E poi “opere”. Opera, non è semplicemente fare un lavoro. Lo sfondo è far scendere in campo qualcosa destinato a rimanere. Un’opera è una sostanza in cui tutti vanno oltre: nella creazione, nella progettazione, nella forma, nel lavoro. Un’impronta spesso sepolta ma di sicuro non persa.
Grandi opere. Qui. Da noi.
Vorrebbe dire un percorso che unisca in una gara di innovazione, le eccellenze brianzole, una sfida per dimostrare che il “pubblico” può essere efficiente, e conveniente, come il “privato”. E che anche il “privato” sa guardare in alto, oltre al guadagno della prima ora, all’investimento del e con il “pubblico”.
La vasca volano a Nova Milanese, una grande opera, in questa eccezione, è sorta. Certo, non la Tav o il ponte sullo Stretto, usiamo il termine sottovoce, perché è un angolo calibrato alla Brianza, ma usiamolo. Per distinguerlo bastano i dati.
La vasca volano di Nova Milanese viene da un progetto lungo, come ha ricordato il Presidente Enrico Boerci, durato tante amministrazioni, tecnici, progetti.
Una cavalcata nel tempo e nelle burocrazie tanto che a volte sembrava perdersi nei vari passaggi, amministrazioni, intenzioni, strategie. Eppure, alla fine, un traguardo raggiunto.
Numeri: un preventivo di oltre sei milioni di euro che in consuntivo è diminuito a quattro, a dimostrazione che un budget anche nel pubblico a volte può alleggerirsi cogliendo le opportunità del progresso tecnologico.
Un impianto con dimensione che vanno oltre l’ordinario, per un invaso capace di reggere eventi straordinari, in una evoluzione climatica sempre più violenta.
Un impatto ambientale leggerissimo, per una vasca grande quanto un campo di calcio. Per verificarlo basta passare dalla via per Cinisello e cercare dove diavolo è messo quel buco lungo 72 metri, largo settanta, e profondo 9 metri. Vedi parcheggi, verde, nient’altro, tutto è sotto.
Grandi opere. Un’ottica diversa.
Che sicuramente la Brianza deve potenziare. Ma che che sicuramente la Brianza deve riuscire a narrare, perché già qualcosa c’è, ma nessuno lo sa.
Se un territorio sa muoversi in questa visione, allora migliora l’esistente tangibile ma anche tutto ciò che non si vede: la vita dei cittadini, il mestiere del fare e la cultura, compreso il modo editoriale di raccontare la qualità, e non la stanca curiosità.
E’ una scommessa forte per un territorio quella di un futuro che sa innovare, strategia destinata a mettere assieme vecchi e giovani. Un discorso di crescita del sapere e di prospettiva che per quel che ci riguarda, è bello possa partire dalla Vasca Volano a Nova Milanese di Brianzacque, termini che vogliono dire acqua, la grande eterna prospettiva dei territori messi appena sotto le Alpi.
n.e.