Vittorio De Sica.
E’ difficile da definire una tale personalità.
Un attore brillante, elegante, divertente, in grado di caratterizzare un’epoca. Ma con un difetto: quello di essere anche un regista da oscar, un creatore di narrazioni visive che hanno cambiato la storia del cinema mondiale.
Vittorio de Sica è stato, con leggerezza, nello stesso olimpo di quei registi che si muovevano e si mostravano come geni dall’aria tormentata e esclusiva, anzi, il suo Ladri di biciclette rimane bello e gestibile ancora oggi. Certe altre pesantezze sono relegate dal pubblico, loro malgrado, alla categoria Corazzata Potemkin.
Probabilmente il segreto di Vittorio De Sica sta nella sua storia. Quella di essere vissuto in una famiglia di ” tragica e aristocratica povertà” come lui stesso la definiva.
Un padre colto, raffinato, ma umile nei mezzi poi descritto negli splendidi tratti di Umberto D. Se respiri dentro di te nobiltà e miseria, e hai una mente geniale, non puoi che misurarti in maniera complessa con l’esistenza.
Di sfondo all’arte di Vittorio De Sica c’è una lettura leggera, amara, non meno tragica. Partì da attore comico raffinato. Teatro e radio, con la creazione di personaggi divertenti ma elaborati.
La stessa che lo fece divo negli anni trenta. Lui si imponeva con quello che era, non doveva compiacere.
Forse De Sica uomo sta tutto nella scena e nella canzone figlia della Milano semplice di Gli uomini che mascalzoni.
Un’Italia semplice che inconsapevole marciava verso una grande strage. Grandezza ed umiltà. Appunto
Poi per l’Italia venne la guerra. E i quadri tragici che offrì.
Lì uscì prepotente nel genio De Sica la voglia di rappresentare. Nobiltà e umiltà.
Nobile fu il genio che creò capolavori irripetibili, amari e poetici. Umiltà quello che lo fece continuare nella carriera di attore pieno, capace di disegnare un personaggio unico, raffinato, elegante ma anche amaro.
C’è chi dice che lavorasse anche per bisogno, Vittorio De Sica. Specie negli anni della ripresa, quando lui ormai poteva essere solo regista, o attore in grado di scegliere il meglio.
Grande spendaccione, giocatore. Aveva un continuo ed assillante bisogno di denaro. Ma anche un continuo ed assillante bisogno di spenderlo.
La verità che Vittorio De Sica fu genio nobile e umile. Uomo e straordinario, tutto assieme.
Punto e basta