Un po’ verità e un po’ leggenda. Partiamo dal dato certo: il 29 maggio 1176 la Lega Lombarda nella battaglia di Legnano sconfigge l’esercito di Federico Barbarossa, Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Episodio che cambierà le sorti del nord Italia, impedendo a Federico Barbarossa di estendere il suo controllo illimitato.
La Lega Lombarda, come vuole la tradizione, nasce il 7 aprile 1167 con il giuramento di Pontida. Un atto che non trova riscontro documentale storico, ma è innegabile che Milano, Lodi, Ferrara, Piacenza e Parma in quel momento decidono di unire le loro forze. Coinvolgendo in breve tempo altre realtà fino ad arrivare a contare ben 30 municipalità nell’arco dello stesso anno.
Due le realtà che non forniscono il loro sostegno: Como e Pavia. La Lega Lombarda, tuttavia, può contare anche sul sostegno di Papa Alessandro III.
La Lega Lombarda fin da subito si pone come una unicità: probabilmente il primo, o comunque tra i primi, sistema confederale. Comuni autonomi che hanno rappresentanti in questa realtà superiore.
Con questa integrazione, che porta a stabilire anche un sistema giudiziario comune, viene spontaneo il desiderio di fermare Federico Barbarossa nella sua quinta discesa in Italia. La battaglia avviene tra Legnano e Borsano (una volta Comune autonomo, ora quartiere di Busto Arsizio) in coincidenza della quinta discesa dell’imperatore in Italia.
Sconfitto, deve fare buon viso a cattiva sorte, cercando di regolare in modo diplomatico i suoi rapporti con il nord fino ad arrivare alla pace di Costanza, sette anni più tardi (25 giugno 1183) per riconoscere alla Lega Lombarda non poche concessioni: da quelle politico amministrative a quelle giudiziarie.
Poi la parte di leggenda. Ovvero quell’Alberto da Giussano, ritenuto l’uomo che guida la Lega Lombarda vittoriosa. Nei documenti storici non si ha alcuna notizia di lui. Le fonti rivelano che a guidare le armate della Lega Lombarda è invece l’esperto cavaliere Guido da Landriano, già console di Milano. Dopo la battaglia si dedicherà all’attività politica fino alla sua morte nel 1190 nella vesti di podestà di Asti.