Quando la terra piange, le sue lacrime cadono dal cielo e bagnano ogni centimetro del terreno.
Il cielo è lo sguardo della terra e le nuvole i suoi immensi e sconfinati occhi.
Quando la terra piange è il dolore di tutti noi. Di tutte le sue creature. Che si bagnano delle lacrime del cielo.
Quando la terra piange, è impossibile nasconderlo e diventiamo tutti partecipi del suo lamento.
Noi piangiamo e ci asciughiamo gli occhi con un fazzoletto per nascondere le lacrime. Ma quelle della terra non possono essere asciugate, non possono impedirsi di scendere copiose e pesanti al suolo. Perché una volta colme di lacrime, le nuvole non possono non lasciarle andare, libere di cadere.
Noi le chiamiamo lacrime. Per la nostra terra, è la pioggia.
E quando la pioggia scorre, goccia dopo goccia, dalle nuvole e dal cielo, al terreno, alle strade che noi stessi imprimiamo dei nostri passi, ecco che apriamo gli ombrelli.
I fiori chiudono le loro corolle e ripiegano i propri petali. I rami degli alberi, quelli le cui foglie non sono già state progettate dalla natura per lasciarsi scivolare addosso la pioggia, tentano una minima resistenza. Ma quando le gocce di pioggia diventano troppe, appesantendoli e rischiando di farli spezzare, anch’essi allora si ripiegano lasciando scorrere l’acqua.
E noi umani, noi apriamo gli ombrelli.
Quello in cui viviamo sembrerebbe proprio un mondo non predisposto alla sopportazione del dolore. Un mondo che conosce bene la tristezza e il pianto, ma che non riesce a farsene carico.
Un mondo che conosce la sofferenza, ma che non vede l’ora di dimenticarsene. Di smettere di piangere, di guardare oltre gli occhi umidi che lo circondano. E di farsi scivolare addosso la tristezza, il dolore, la sofferenza…ogni singola lacrima.
Ma la terra…la terra non dimentica e non vuole farlo. Le sue lacrime scorrono copiose dalle nuvole rigonfie di dolore. Dal cielo grigio che ha il colore degli occhi in tempesta.
La terra piange e quando lo fa, conserva memoria di ogni sua lacrima.
Ogni goccia di pioggia che cade dal cielo ingrossa i fiumi riportandoli al loro aspetto florido e naturale, come se avessero appena corroso le pareti di ghiaccio di una montagna. Disseta l’erba e accresce il raccolto. Bagna il manto variopinto degli animali facendoli risplendere al chiarore della luna. Accompagnata dai lampi e dai tuoni, scossa dalle urla e dai singhiozzi del cielo, la pioggia offre la vita.
Le lacrime della nostra terra sono gocce di pioggia che nessun fazzoletto può asciugare. Scivolano dal cielo e cadono sul terreno. Dove trovano il suolo arido e caldo, talvolta cocente, ad accoglierle. Ad abbracciarle. La terra è incapace di voltare le spalle al dolore, e ospita le sue lacrime nel proprio ventre. Nel cuore del mondo. Lì la pioggia verrà custodita e cullata dal tepore della terra, una volta che le nuvole avranno pianto tutte le loro lacrime.
Non esiste tetto, ombrello o qualsivoglia riparo che possa impedire alla pioggia di cadere dagli occhi della terra. Ogni lacrima forgia un ricordo, ogni dolore scava una traccia.
Perché la terra ha memoria. Di ogni cosa. Di ogni lacrima e di ogni dolore. Di tutti i giorni di sole e di pioggia.
Francesca Motta