Integrare il contenimento delle acque meteoriche con la valorizzazione naturalistica dei luoghi e la possibilità di fruirne a scopo ludico, didattico, ricreativo. Nasce dal mix di queste esigenze il Parco dell’Acqua, nuovo format di green infrastructure ideato da BrianzAcque nel segno dell’innovazione e della sostenibilità.
Si tratta di autentici “garden” pubblici frutto della riqualificazione di aree urbane marginali, che oltre a risolvere criticità di allagamenti ed esondazioni quando piove, offrono spazi di aggregazione e di socializzazione per la comunità. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa, svoltasi a Monza nella mattinata di giovedì 11 febbraio, alla presenza dei principali attori di questo grande progetto a carattere multifunzionale, le cui prime due opere sono cofinanziate da Regione Lombardia.
Visivamente, la struttura base del Parco dell’Acqua con leit motiv il paesaggio dell’oro blu, si compone di un bacino di infiltrazione per la raccolta delle acque meteoriche, perfettamente calpestabile in condizioni di asciutto. Di canali, di percorsi pedonali e ciclabili, di piazze, sedute, aree giochi per tutte le età, pic nic, orti urbani, spazi per organizzare eventi. Tutto armonicamente incastonato nel contesto sociale e ambientale. Il Parco dell’Acqua non è un’idea futuribile, ma una soluzione progettuale che si sta già concretizzando ad Arcore e in una fascia di territorio compresa tra Bernareggio e Carnate mentre, sempre nel Vimercatese, è già in corso di progettazione un terzo intervento fra Sulbiate e Aicurzio.
Il nuovo format di BrianzAcque va oltre il concetto di vasca volano interrata e invisibile. E rappresenta un ulteriore tassello che il gestore pubblico del servizio idrico integrato di Monza e Brianza aggiunge al piano di misure progressive di adattamento al cambiamento climatico volto a rendere sempre più resiliente il territorio gestito.
“Il Parco dell’Acqua è espressione di una sintesi che concilia il superamento del problema degli allagamenti con la valorizzazione dell’acqua e di aree verdi e che ha riverberi positivi sul territorio e sulla socialità delle persone per una miglior qualità della vita – ha dichiarato il Presidente e AD di BrianzAcque, Enrico Boerci – Crediamo fortemente nell’importanza e nella strategicità di queste opere dalle forti implicazioni ecologiche, sociali, culturali ed economiche. Per questo, contiamo di “replicarle” in altri comuni della Brianza. Un modello virtuoso, esportabile anche altrove”. E ha aggiunto: “Ringrazio Regione Lombardia, con cui abbiamo già in essere collaborazioni proficue, che contribuisce economicamente alla realizzazione delle prime due infrastrutture verdi e, in particolare l’Assessore Foroni, impegnato, come noi, nel contrasto alle mutazioni climatiche, nella modernizzazione e nell’adeguamento agli standard europei del sistema idrico territoriale lombardo”.
Per l’Assessore al Territorio e alla Protezione Civile di Regione Lombardia Pietro Foroni: “Regione Lombardia è orgogliosa di aver partecipato in maniera attiva, incentivando e promuovendo in maniera sempre più sistematica il ricorso alle NbS nell’ambito dei processi dei Contratti di Fiume. Siamo stati i primi in Italia a farlo, ormai più di 10 anni fa, e adesso iniziamo a raccogliere i frutti di questa nostra lungimiranza, che si è sviluppata sia attraverso il sostegno alla realizzazione di opere strutturali sia nella formazione al personale della PA, investendo in questo percorso quasi 15 milioni di euro. Da parte sua Regione Lombardia non può quindi che confermare la propria volontà di proseguire sulla strada individuata per trovare sempre nuove soluzioni adatte ai nostri territori, con molteplici vantaggi per la salute, l’economia, la società e l’ambiente”.
“Oggi come mai prima, l’acqua torna elemento centrale e vitale nella nostra vita quotidiana – ha spiegato l’architetto Andreas Kipar, CEO di LAND – Da semplice liquido da smaltire, diventa risorsa da tenere, da rendere visibile e da rendere funzionale alla trasformazione e rigenerazione dei nostri territori e delle nostre città. Il Parco dell’Acqua costituisce primo esempio di una nuova strategia di progettazione adattiva alle sfide emergenti del climate change, capace di mettere a sistema gli elementi del suolo, dell’acqua e del verde a favore di una natura rigenerativa e resiliente per l’intera comunità locale. In linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e di sviluppo sostenibile promossi dal new green deal, il parco presenta un sistema di soluzioni integrate per la regimazione delle acque, la riqualificazione del sistema ambientale e la valorizzazione del tessuto sociale, verso l’auspicato patto tra Uomo e Natura.”
Un logo come segno distintivo
Per contrassegnare e identificare i Parchi dell’Acqua di BrianzAcque, studiati dal settore progettazione e pianificazione territoriale dell’azienda con la collaborazione di importanti studi di architettura e ingegneria oltre ad enti territoriali quale il Parco Agricolo Nord Est, è stato coniato un apposito logo. In una base circolare che riprende il brand aziendale e che sta a simboleggiare l’abbraccio e la protezione del luogo, sono inseriti un cerchio azzurro rappresentativo dell’acqua e un tracciato quale rimando ai percorsi ciclo pedonali. Il logo culmina con una farfalla stilizzata. Oltre a richiamare il concetto di natura, quest’insetto è forse l’animale più affascinante nella sua trasformazione. Una metamorfosi che si realizza con la rigenerazione degli spazi in oasi verdi e con la successiva messa a disposizione della collettività. Nel post Covid, ci sarà sempre più bisogno di un rapporto diretto con la natura e di luoghi che facilitino lo svago e favoriscano le relazioni sociali messe a dura prova dalla pandemia: il Parco dell’Acqua risponde anche a queste necessità.
Arcore: prototipo di parco d’acqua per tutti
La costruzione del Parco dell’Acqua di Arcore, ha preso avvio nel novembre scorso e rappresenta il progetto pilota di una serie di analoghe green infrastructure che BrianzAcque metterà prossimamente in cantiere nei comuni del territorio servito, laddove esistano necessità legate al contenimento delle acque piovane e dove gli spazi lo consentano.
L’intervento ha un costo di circa 800 mila euro di cui 359 finanziati da Regione Lombardia nell’ambito dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale “Contratto di Fiume Lambro Settentrionale”. “Qui più che altrove – ha precisato Boerci – la necessità di completare le opere per proteggere la città dalle alluvioni, intensificatesi per effetto del cambiamento climatico, è diventata l’occasione per studiare la nuova tipologia di parco, che contiamo di concludere entro la fine di quest’estate”. L’area di cantiere si trova tra via Gran Sasso e via Monte Bianco, un ettaro di terreno a carattere agricolo, all’interno del Parco della Valle del Lambro. Un luogo scelto non a caso. Perpendicolarmente alla strada, proveniente dai terreni posti più in alto, scorre una roggia. Quando piove intensamente, il corso d’acqua esonda creando allagamenti e problemi alla zona sottostante. Grazie al nuovo format e al processo virtuoso che sottende, l’acqua verrà incanalata con tratti a cielo aperto verso un bacino di infiltrazione. Un grande invaso naturale, piantumato con specie di vegetazione igrofila, in grado di accogliere, di accumulare e di disperdere l’acqua. Un prato verde su cui, in assenza di pioggia, si può tranquillamente camminare, simbolo e landmark dello stesso parco. Attorno ad esso si svilupperà tutta l’infrastrutturazione verde, concepita come opportunità per ricostruire ambiente e paesaggio con l’ambizione di promuovere una nuova cultura ecologica e di offrire funzioni di uso comunitario e partecipativo. È così che saranno ricavati un laghetto, sentieri e percorsi pedonali fino a intercettare i tracciati ciclopedonali già esistenti con aree di sosta per il pic nic, spazi per attività ludiche e didattico-educative per grandi e piccini. Orti comuni, limitati da canali d’acqua piovana per l’irrigazione a garanzia di una gestione sostenibile e consapevole della risorsa idrica. E naturalmente, giochi d’acqua alimentati attraverso sistemi di pompaggio senza l’utilizzo di energia elettrica. L’intero contesto sarà integrato con la piantumazione di elementi tipici del paesaggio agrario brianzolo: filari, prato, alberi solitari ed elementi d’arredo urbano realizzati con materiali assolutamente naturali e riciclabili.
Uno scenario ideale per fornire non solo alla comunità locale, ma anche ai nuovi flussi turistici di prossimità nati con la pandemia, momenti e occasioni di svago, di relax, di incontro e di crescita culturale e sociale.
Bernareggio-Carnate: il parco incastonato in un’area sportiva
L’altro Parco dell’Acqua in via di realizzazione si trova tra i comuni di Bernareggio e Carnate, all’interno dell’area sportiva del CTL3. Si estende su una superficie di 24 mila mq, il doppio rispetto a quella di Arcore e si concluderà nel primo trimestre del 2022. Il progetto è stato finanziato da Regione Lombardia per 1,130 mln nel programma di interventi urgenti e prioritari attinenti al servizio idrico integrato. L’investimento complessivo è di 2,26 mln: la restante parte sarà sostenuta da BrianzAcque. Anche in questo caso, l’opera si compone di una vasca e da una serie di canali che la alimentano. Essi sono posizionati sui confini dei campi agricoli con la funzione di raccogliere e invasare le acque di ruscellamento e di drenarle fino al bacino di contenimento idrico. Tutt’attorno un percorso ciclopedonale e una mini-area attrezzata per la sosta. Particolarità: all’interno della vasca verrà ricavato un laghetto perenne alimentato da un pozzo di prima falda già realizzato da BrianzAcque per irrigare il campo sportivo. Questo specchio d’acqua fungerà da habitat e da punto di sosta per alcune specie di anfibi e di volatili a completamento del corridoio ecologico già esistente. Per garantire alle persone di passeggiare all’interno del bacino in tempo di asciutta, sono state pensate discese molto dolci, così da permettere una fruizione dell’invaso a 360°. Anche in questo caso, il Parco dell’Acqua si inserisce armonicamente nel contesto naturalistico esistente, il cui insieme verrà rinfoltito con arbusti e siepi di collegamento lasciando inalterato il cono visivo sui campi agricoli.