Papà.
Una parola, due sillabe, tanto tantissimo amore racchiuso al suo interno.
Papà è la voce roca e protettiva, rassicurante che canta per noi la ninna nanna mentre veniamo cullati da un braccio forte e accogliente. Un letto umano di tenerezza e di protezione, il luogo sicuro in cui chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno, senza timore alcuno.
Papà, il custode dei nostri sogni. Il protettore della nostra anima.
Quell’uomo grande e grosso che si inventa facce buffe per farci sorridere dopo un pianto disperato.
Papà. Quella figura che spesso, ingiustamente ed erroneamente, viene collocata al secondo posto rispetto al ruolo di madre. Ma nella giornata della Festa del Papà è, dunque, importante ricordare che madre e padre sono entrambi, allo stesso modo, figure fondamentali nella crescita di un figlio. Non esiste un podio su cui collocarli, non un primo posto a cui assegnare la medaglia. Mamma e papà sono come il sole e la luna, entrambi irrinunciabili per l’esistenza del cielo.
Il papà è come una quercia. Un albero robusto e secolare. Il tronco caldo e protettivo, il nucleo della terra nel quale rifugiarci ed essere al sicuro. I rami forti e lunghissimi sui quali poterci arrampicare senza il terrore di cadere a terra e poter toccare il cielo con un dito.
Un padre è tronco e rami. È protezione e slancio verso il cielo, verso il futuro. È la calda coperta e la spinta per andare avanti, sempre. Per credere in noi stessi e osare. Per puntare sempre più in alto. Con la sicurezza di trovare braccia forti e accoglienti se mai dovessimo cadere.
Un padre è tutto questo. E molto altro ancora.
Padre non si diventa per legame di sangue. Essere padre è una scelta. La scelta di esserci sempre.
Papà non si nasce. Ma si diventa. Papà non è un diritto. Ma un dovere dolce e meraviglioso che il più incredibile degli uomini sceglie di assumersi nei confronti di un esserino piccolo e fragile. Che chiede soltanto una cosa: amore.
Non è il sangue, non è la genetica a rendere un uomo un padre. Ma qualcosa di paradossalmente molto più semplice e allo stesso tempo che richiede molto più coraggio. L’amore. Incondizionato e per sempre.
Perché un padre è il raggio di sole che ci illumina proprio quando crediamo di essere invisibili tra la folla.
Perché un padre è un unico solo ombrello per due persone in un pomeriggio di pioggia. Il nostro sorriso a renderlo insensibile al freddo e al bagnato. E il suo corpo a fare da scudo contro le intemperie per noi.
Papà è l’uomo più importante della vita di ciascun essere umano. È il principe azzurro della sua bambina, e l’eroe da imitare per il suo bambino.
Papà è una roccia. Papà è un sole splendente e caldo. Papà è un arcobaleno dopo una giornata di tempeste. Papà è la stella più luminosa nella notte più buia.
Papà è una mano fresca sulla fronte quando hai la febbre. Papà è una corsa in bicicletta nel parco. È una partita di calcio. È un gioco di onde e di spruzzi nell’acqua salata del mare.
Papà è il braccio saldo al quale potersi aggrappare. Sempre.
Papà è la risata contagiosa che scoppia improvvisamente nella stanza.
Papà è la versione migliore di ogni uomo.
Papà è la mano che ci accompagna per la vita.
Papà è l’universo di amore racchiuso in due sillabe.
Francesca Motta