L’anno 2020 è entrato nelle nostre vite come un uragano. Come un fulmine a ciel sereno a squarciare il panorama celeste della nostra quotidianità.
Il 2020 è un anno che non dimenticheremo mai. Probabilmente uno di quegli anni che finiranno tra le pagine dei libri di storia. Descritto come l’anno della pandemia. L’anno della corsa ai vaccini. Delle mascherine diventate l’accessorio indispensabile della vita di ciascun essere umano. L’anno delle rinunce, l’anno delle perdite. L’anno dei distanziamenti sociali e del veto agli abbracci. L’anno degli ospedali saturi, delle corsie colme di salme di quegli uomini e donne che non ce l’hanno fatta. L’anno delle vittime innocenti del Covid. L’anno dell’incredibile e del tutto è possibile.
Il 2020 non ce lo saremmo mai immaginato così. Nemmeno nella peggiore delle ipotesi. Tutto, ma proprio tutto, è stato veramente possibile in questo tragico 2020. Un nemico invisibile si è dimostrato più forte di qualsiasi arma. Capace di scatenare una guerra silenziosa contro ognuno di noi. Il suo nemico numero uno: l’essere umano.
Cosa scriveranno nei libri di storia di questo catastrofico 2020? I dati, il numero delle vittime, la devastante crisi economica derivante da tutto ciò…ma soltanto chi ha vissuto direttamente il 2020 saprà descriverlo per quello che realmente è stato. L’immagine dei mezzi militari che uscivano in processione dalla città di Bergamo trasportando le salme delle vittime. Le vittime del Covid. Una generazione spazzata via da questa guerra silenziosa ma letale, come una bomba lasciata cadere sulla folla inerme.
Ma il 2020, in tutta la sua folle distruzione, è stato anche l’anno della riscoperta.
Chiusi nelle nostre case, costretti dal lockdown, quella parola divenuta ormai mondiale e tra le più pronunciate quotidianamente, abbiamo scoperto e ri-scoperto l’importanza di avere un luogo sicuro e accogliente, caldo e confortevole, da chiamare casa.
Abbiamo riscoperto quanto sia prezioso avere accanto a noi le persone che amiamo. Quelle persone uniche e insostituibili la cui presenza, che spesso davamo per scontata, è la linfa vitale per la nostra anima. Il centro propulsore della nostra vita. La scintilla che infiamma il nostro cuore e che lo fa brillare ancora e ancora, instancabilmente.
Il 2020 con il suo maledetto Covid, ci ha fatto riscoprire la meraviglia di poter chiamare “congiunti” le persone della nostra vita.
L’anno più assurdamente catastrofico degli ultimi decenni, ha acceso fortemente in ciascuno di noi il fuoco della consapevolezza. La consapevolezza di dover essere grati alla vita ogni giorno per ciascun minuto, secondo, attimo speso accanto alle persone a noi care. La consapevolezza di quanta gratitudine si celi dietro al nostro cuore per avere delle persone che ci amano e che rendono la nostra giornata una distesa di colori e non una calma piatta di grigi, bianchi e neri.
La spada di Damocle che incombe costantemente e pericolosamente sulla nostra testa, ci ha insegnato ad apprezzare ogni piccola cosa. Perché abbiamo compreso che sono proprio le piccole cose a rendere grande e grandiosa la nostra esistenza.
Il 2020 ha portato consapevolezza nel nostro passaggio su questa Terra. Una Terra che ci regala la meraviglia e il privilegio di respirare a pieni polmoni l’aria, l’atmosfera, la vita.
È incredibile come ci si possa rendere conto dell’importanza di qualcosa solo quando questa viene minacciata. È sorprendente come le cose possano scivolarci da un momento all’altro dalle mani e, proprio in quell’istante, facciamo appello a tutte le nostre forze per trattenerle con noi.
Sono i momenti difficili e sofferti come quelli del 2020 a farci aprire gli occhi e a farci guardare veramente. Per ritrovare la magia racchiusa in un albero di foglie colorate poco prima di cedere all’autunno. Per scoprire un sorriso sul volto di un passante nascosto dalla mascherina. Per imparare a vedere con il cuore e ad ascoltare con l’anima.
Il 2020 è entrato nelle nostre vite come una tempesta che esplode sul mare. Dapprima oscura l’orizzonte e poi si infrange sulla superficie dell’acqua sconvolgendone l’armonia delle onde.
E ora che il 2021 ha preso il suo posto, lottiamo ancora per proteggerci dal vento e dalla ferocia del mare scaturiti dalla tempesta e non ancora placati. Abbiamo detto addio al 2020 ma combattiamo ancora per restare in equilibrio nell’occhio del ciclone. In interminabile attesa del rispuntare del sole.
Francesca Motta