AUTODROMO MONZA: 100 ANNI, UN GRANDE AMORE E NIENTE PIÙ

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AUTODROMO MONZA
AUTODROMO MONZA

Leggo dell’area ell’autodromo per dj set e padel sequestrate, e ormai non mi stupisco.

Nulla di nuovo sotto il sole di Monza, perché quando si tratta di Autodromo ne vengono fuori sempre delle belle. Come quella volta in cui qualcuno si mise in mente di costruire un bel distributore di idrogeno e carburanti vari per più di 8000 mq dalle parti di Santa Maria delle Selve.

Adesso la FanZone al Roccolo di 40mila mq. per far divertire i tifosi finendo per cannibalizzare i FuoriGp che faticosamente i Comuni mettono in piedi a spese loro nei giorni del Gran Premio. Il tutto nell’anno del Centenario che meritava forse attenzioni ben diverse e qualche casino in meno.

Ebbene, è giusto ricordare che l’impianto sta sempre in un Parco pubblico sottoposto a vincoli urbanistici e ambientali. Era quindi prevedibile che qualcuno avrebbe subito indicato che c’era qualcosa in ballo, non appena fosse stato piantato un ferro nel verde. Storia vecchia. Chi ha segnalato la comparsa del campo di padel ha fatto quel che era giusto fare, non solo secondo la sua fede ambientalista. E purtroppo quel qualcuno oggi non c’è più!

E mancherà a tanti monzesi perché al Parco, alla città, e alla collettività tutta, aveva reso ottimi servigi divulgativi e scientifici. Chi scrive, è noto a tutti, è un appassionato autodromista.La pista è storia, cultura sportiva, attrattiva turistica e volano economico per tutto il territorio, non solo brianteo.

Vent’anni fa mi occupai, per conto dell’Associazione Amici dell’Autodromo e del Parco, di una pubblicazione che riassumeva ciò che era stato fatto in 25 anni di attività per garantire la stabilità dell’Autodromo, nel rispetto del polmone verde. Ricordando, ad esempio, che nel 1994 per colpa di una pianta alla Roggia per poco non ci giocavamo il Gran Premio, che fu salvato in extremis ad agosto.

Così come negli anni 70, per via di qualche robinia, per lo più infestante e qualche essenza più nobile, che si poteva spostare, si rischiò la chiusura dell’Autodromo, perché non si potevano disegnare le varianti richieste per ragioni di sicurezza dalla Federazione Automobilistica in modo da garantire l’attività agonistica. Se qualcuno avesse letto almeno una pagina di quel libro probabilmente si sarebbe reso conto che l’Autodromo Nazionale, che proprio oggi festeggia cent’anni, deve convivere con un Parco dove esistono una serie di vincoli che vanno superati ogni qualvolta si mette mano a una zolla di terreno. In ogni caso, se avessero fatto le cose per bene, nel rispetto della prassi burocratica e di ciò che viene richiesto dalle norme del luogo, ciò non sarebbe accaduto.

Mi risulta comunque che il progetto sia stato presentato al Consorzio, ma non in Comune dove l’amministrazione era in fase elettorale. Ora la nuova Giunta sta cercando di correre ai ripari. Tanto per dire, circa un anno fa avevamo proposto un tavolo di lavoro, una sorta di comitato organizzatore, per il Centenario con tutti i soggetti pubblici interessanti, a partire dal Comune di Monza, i Comuni della cerchia intorno al Parco, la Provincia, con i privati che avessero avuto idee buone per il grande evento, insieme al board dell’Autodromo, Camera di Commercio, Associazioni imprenditoriali, Consorzio del Parco e compagnia bella …per creare un calendario di eventi.

Secondo voi com’è finita?In tante chiacchiere inutili per poi vedere che parte del Centenario è finita a Torino, al Meeting di Rimini, a Dubai, sugli aerei, sulla metropolitana (che forse arriverà a Monza tra altri 100 anni), nella scatola del tempo che verrà aperta dai nipoti dei nostri nipoti nel 2122. Se il Pianeta resisterà.

Tutto molto bello, come direbbe il grande Bruno Pizzul. Ma non è stata spesa una sola parola e un euro per il territorio. Non è stato coinvolto un solo Comune e ognuno si è arrangiato da solo, con quattro soldi, tanta buona volontà, qualche ideuzza e passione. Che per il nostro Autodromo non manca mai anche se a Roma non se la meritano proprio. Con tutto il rispetto.

Ricordando che Regione Lombardia, che questo territorio rappresenta, mette bei soldi. Per concludere, se quel tavolo di lavoro congiunto fosse stato attivato per tempo e con le dovute modalità, forse avrebbe salvato i signori dell’Autodromo da questa figura di m… mondiale, oserei dire.

Perché, se il discorso del padel e della ruota panoramica fosse stato portato in quella necessaria sede, più di qualcuno di certo avrebbe fatto garbatamente notare che il Centenario non poteva finire in giostra su un’area di parco e quanto meno si dovevano richiedere per tempo autorizzazioni per procedere senza avere intralci, laddove già in passato era bastato toccare un ramo per bloccare un Gran Premio. A Imola per il 70° compleanno del tracciato sulle rive del Santerno, hanno annunciato, amministrazione comunale in testa, una serie di manifestazioni di carattere sportivo, culturale, aggregativo, frizzi e lazzi.

Ricchi premi e cotillon. In riva al Lambro, come al solito, quando c’è di mezzo l’Autodromo spesso la ‘festa’ l’organizza la Procura. Però ci rimarranno una bella moneta, un francobollo rievocativo e un bel concertone della banda della Guardia di Finanza.

Speriamo che possano leggerlo; e soprattutto capire di che parlava il loro trisavolo. Ho la sensazione netta che, di questo passo, tra 100 anni dell’Autodromo non troveranno più nulla.

Carletto Gaeta

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