Quando una rondine FA primavera

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Quando una rondine FA primavera

“Una rondine non fa primavera”. E’ il proverbio tra i più conosciuti, che impariamo a citare fin da bambini. Ma se le rondini fossero più di una?

Volano sinuose nel vento, una dietro l’altra, si spostano tra le nuvole e planano con un’eleganza raffinata e invidiabile a un soffio da noi. Per poi tornare a compiere una parabola ascendente verso il cielo.

Sono bellissime. Aggraziate, delicate e tenaci nel loro possedere magistralmente le rotte dell’aria e nel lasciarsi cullare da esse, sfruttandole però sempre a loro vantaggio. Per farsi condurre là, dove desiderano.

Guardare questi incredibili esemplari muoversi liberi e danzanti nel loro elemento naturale è sempre bellissimo. Ha un nonsochè di rilassante e spettacolare, una visione che ti riappacifica con il mondo. E quest’anno più che mai, questa sensazione è fortissima.

Quando una rondine FA primavera

Il paesaggio dalle finestre chiuse di casa, ci appare purtroppo monotono, nonostante gli evidenti cambiamenti, perché abbiamo la terribile sensazione di essere NOI quelli che rimangono fermi. Fermi in un mondo e in una terra che continua però il suo ciclo e quindi la sua evoluzione. Quel bellissimo acero che circa tre settimane prima era spoglio, ora è mutato incredibilmente: prima con dei candidi fiorellini rosa, una prudente apertura alla nuova stagione e ad una nuova vita, e oggi con un’esplosione di foglie rosso fuoco, una vitalità forte e potente che ci osserva.
Una natura che evolve e che esplode di vita, stiamo assistendo alla rivoluzione più eclatante e meravigliosa della natura, eppure noi, davanti a tutto questo rigoglioso cambiamento, a questo luminoso sole che scalda e abbraccia le sue creature, ci sentiamo fermi, sempre gli stessi, sempre incatenati a una minaccia che di vitale e di luminoso non ha nulla.

Guardiamo la natura risvegliarsi giorno dopo giorno, sempre dalla stessa finestra, sempre con la stessa paura, quell’opprimente sensazione di veder oscurarsi da un momento all’altro il nostro sole. Guardiamo la natura farsi sempre più bella e aprirsi bramosa di vita al cielo, e noi ci sentiamo fermi, inermi, spaventati. Vorremmo così tanto poter, anche noi, rinascere sotto i raggi caldi e rassicuranti, aprirci di nuovo alla vita senza timore alcuno.

Ma oggi nel panorama della nostra postazione di “trincea”, appare un elemento nuovo. Un essere vivente che respira a pieni polmoni l’aria all’esterno della finestra al posto nostro. Che vola al posto nostro, tra le nuvole e tra l’azzurro puro del cielo primaverile. Una nuova presenza, una nuova e rinnovata speranza.

Quando una rondine FA primavera

La loro coda è tagliata a metà. È così che, banalmente, fin dalla tenera età abbiamo tutti imparato a riconoscere quei bellissimi e deliziosi volatili che sono le rondini. E guardandole sfrecciare nel cielo oggi, è proprio lì che va a posarsi, o meglio a inseguire, il nostro sguardo. Su quella caratteristica coda, tratto distintivo delle rondini. Tagliata a metà, a formare due strascichi eleganti. E da lì l’illuminazione, la consapevolezza che ciò che può inizialmente apparire come un difetto o una diversità, è il vero punto di forza di una specie, di ogni singolo essere vivente.

Ringraziamo la primavera, la natura, il fato, che ha condotto queste splendide rondini alla nostra finestra, con la coda “dimezzata” che conferisce loro un portamento unico e inimitabile da qualsiasi altro uccello. Una freccia bianca e nera lanciata nel cielo a fendere le nuvole grazie alla loro innata dinamicità.

Si esibiscono in piroette volanti sfiorando il vetro della finestra, tanto vicine da provare la certezza che, se solo allungassimo le mani, arriveremmo a toccarci. In un momento come questo, così delicato, triste, sicuramente difficile e spaventoso, un uccellino così piccolo che volteggia a un nonnulla da noi, incurante delle distanze che ora più che mai stiamo imparando, per forza di cose, a rispettare rigorosamente, è un miracolo.

Queste rondini così disinvolte davanti ai nostri occhi, così avvezze alla presenza e alla vicinanza umana, ci fanno sorridere. Ricordandoci quanto sia bello, puro e prezioso, ritrovarsi a sorridere per un miracolo della natura e della vita, per una boccata d’aria fresca, per l’arrivo della primavera, per una rondine che fa ritorno al suo caldo nido e che ci vola intorno.

Quando una rondine FA primavera

Che queste rondini siano per noi non solo un simbolo di speranza, ma un proposito per il futuro. Quando le porte si riapriranno, le finestre si spalancheranno di nuovo e respireremo l’aria esterna a pieni polmoni, ricordiamoci di abbattere le distanze. Non solo quelle fisiche e mentali tra noi esseri umani, ma anche con la natura.

Ricordiamoci di essere rondini. E di volare come loro a un passo da quella natura che è l’elemento che collega ogni cosa, e che ci congiunge tutti.

Francesca Motta

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