Quando animali e uomini si incontrano e quell’incontro nasce dalla spontaneità, da un semplice istinto di ricongiungimento, è magico.
Ed è assurdo, talmente assurdo che dovrebbe farci riflettere con attenzione, il fatto che oggi si consideri magia un incontro e uno scambio tra specie che è sempre stato, al contrario di quanto difficile ci possa sembrare, del tutto naturale.
Uomini e animali hanno sempre vissuto, fin dall’origine dei tempi in stretto contatto gli uni con gli altri, in un tacito accordo tra le due parti che sanciva la convivenza e la tolleranza, ma soprattutto il rispetto reciproco. Quel rispetto che, purtroppo, è andato perdendosi perfino tra gli stessi esseri umani, figurarsi nei confronti degli animali.
Viviamo in un mondo arido, arido di sentimenti e di valori veri, quelli che dovrebbero far crescere un uomo e accompagnarlo per sempre lungo il cammino della sua vita. Ma oggi, siamo finiti per prendere direzioni diverse noi esseri umani e i valori, noi uomini e i nostri compagni di esistenza, gli animali.
Pertanto, quando vediamo immagini toccanti come quelle, per esempio, di poco tempo fa che ancora stanno facendo il giro del mondo, in cui canguri abbracciano i propri salvatori dalle fiamme degli incendi in Australia, o koala si aggrappano disperatamente alla divisa dei vigili del fuoco, sentiamo una scossa di commozione attraversarci il cuore.
E sicuramente toccante è l’immagine, ancor più recente, di un altro scambio di aiuto tra uomo e animale. Un barlume di speranza in questo universo arido. Una scintilla di luce nel buio. Una nota melodiosa nel silenzio assordante.

La foto in questione raffigura un orango che tende la propria mano verso un uomo immerso in un fiume. L’animale immortalato dall’obiettivo è uno dei tanti ospiti del Borneo Orangutan Survival Foundation, un centro per la riabilitazione degli orangotango all’interno della foresta protetta del Borneo Orientale, in Indonesia.
E l’uomo al quale l’orango tende la mano in un sentito gesto d’aiuto, è il guardiano del centro sceso in acqua alla scrupolosa ricerca di un serpente (pericolosa minaccia per gli orango) annidato tra i cespugli.

Ed è stato proprio in quel momento che è avvenuto l’incontro. Quasi sicuramente del tutto casuale, ma che ha fatto da incipit per la nascita di un gesto unico, raro e sincero. Una mano che si protende verso l’uomo, una mano d’aiuto, una mano amica potremmo dire, una mano non umana, ma carica di un’immensa umanità.
«Posso aiutarti? Quando muore l’umanità nell’essere umano, gli animali a volte guidano i nostri principi», così ha commentato su Instagram l’autore degli scatti, Anil Prabhakar.

Non potevano essere usate parole migliori per descrivere questa scena. Né una frase più adatta avrebbe potuto riassumere il concetto e significato di “umanità”. Umanità non è una prerogativa del genere umano, umanità non è qualcosa che si ha per il semplice fatto di essere uomini. No, l’umanità è qualcosa di molto più grande, molto più ricco, intenso e immenso.
Questa umanità, che crediamo di disporre in quanto esseri umani, perchè pensiamo che sia del tutto scontato possederla come è normale per noi avere due braccia, due gambe, un naso e una bocca…non è per niente scontata ed è molto più facile da perdere di qualsiasi arto o organo del nostro corpo.
Ma dice bene il fotografo di questo toccante scatto. Perchè è proprio vero che quando noi uomini ci smarriamo, ci dimentichiamo di quei valori e di quella umanità che sarebbe così bello, invece, custodire sempre in noi, sono gli animali a ricondurci sulla retta via. Sono loro, quegli esseri straordinari e puri, che conservano per tutta la vita la stessa genuinità e incorruttibilità che contraddistingue i bambini, a mostrarci la strada del ritorno.
Una mano tesa verso di noi e quegli occhi trasparenti, sinceri e onesti. Quegli animali che non hanno mai smarrito la loro umanità, possono essere la nostra salvezza.

E questa foto è bellissima proprio per questo, per l’evidente scambio di aiuto e per l’interesse reciproco dimostrato dall’uomo verso l’animale e viceversa. Per quel puro senso di volontà, di umanità appunto, che ha portato l’uomo a entrare nel fiume per allontanare la minaccia dagli orango e proteggerli dal pericolo e, parallelamente, il grosso e mansueto orango a tendere la mano verso quell’uomo per portarlo fuori dall’acqua, al sicuro.
Questa incredibile, magnifica e toccante fotografia, è l’emblema del fatto che non esiste un’umanità di genere. Esiste solo un sentimento unico e universale che dovrebbe governare sempre le nostre azioni.
Questa immagine è la prova indelebile dell’esistenza di un legame eterno tra uomo e animale. Un legame che andrebbe più spesso ricordato e, perchè no, anche riportato in vita. Guardiamo più spesso ai nostri da sempre vicini e simili animali, perchè è da loro che possiamo ritrovare quell’umanità alla quale, a differenza nostra, non hanno mai rinunciato.
Francesca Motta