Prendere un treno e dare così una svolta positiva alla propria vita.
Prendere un treno per sfuggire alla miseria. Per lasciarsi le scarpe bucate con la suola macerata alle spalle e proseguire sui binari del destino con passo più stabile.
Perché sui treni delle possibilità ci si deve salire al volo, perché chissà quando poi, ne passeranno ancora.
Quella che vi proponiamo oggi, nel sesto appuntamento con la nostra rubrica dedicata ai libri che fanno buona compagnia, è proprio la storia di una possibilità. Un’enorme e irrinunciabile possibilità. La storia di un’occasione per rialzarsi e ricominciare nel migliore dei modi.
IL TRENO DEI BAMBINI
Di VIOLA ARDONE
Edito da EINAUDI
È proprio a bordo di un treno che avrà inizio l’avventura di Amerigo, il protagonista del libro. E non un treno qualsiasi…bensì quello che da un caldo e soffocante rione di Napoli lo condurrà al nebuloso e umido Nord.
Un treno che ospiterà per un tragitto, al tempo lungo come la traversata del Titanic, migliaia di bambini provenienti dal sud Italia, e diretti verso il nord.
Il libro si ispira, infatti, alla reale iniziativa del Partito Comunista nel secondo dopoguerra. Il progetto consisteva nel trasferire per un anno intero bambini provenienti da famiglie che versavano in condizioni di grave povertà, in famiglie adottive del settentrione, dove avrebbero potuto trovare una situazione più agiata.
Era l’occasione per moltissimi bambini, innocenti più di tutti ed estranei ai meccanismi sordidi della guerra, di avere una seconda possibilità di rinascita e, non meno importante, per le loro famiglie rimaste al meridione di evitare di morire di fame, avendo una bocca in meno da sfamare e la certezza che i più piccoli di casa fossero al sicuro, ben nutriti e sfamati altrove.
Il Treno dei Bambini romanza un fatto storico realmente accaduto, mostrandoci con gli occhi increduli, entusiasti e puri dei bambini, la realtà del secondo dopoguerra in Italia. Una realtà intrisa di voglia di rinascita, di seconde possibilità, ma anche, purtroppo, di estrema povertà e crisi. Un’Italia che ce la mette tutta per ripartire, pur versando in una situazione di drammatica difficoltà.
Ed è proprio in questo contesto che l’autrice del romanzo, Viola Ardone, si inserisce. Raccontandoci di un’iniziativa lodevole. Di quel progetto che ha da subito denotato il carattere dell’Italia intera, una nazione che non si divide, che è colma di solidarietà, e che è pronta a tutto pur di ritornare forte e “spensierata”, al Nord così come al Sud. Un’Italia che non si perde in inutili distinzioni, ma che giustamente si sente un tutt’uno, un’unica grande nazione.
Amerigo, la voce narrante del viaggio, nonché protagonista del romanzo, ci mostrerà, di volta in volta, tutte le scoperte e le novità cui andranno incontro i bambini del treno. Bambini che hanno visto e vissuto gli orrori più incredibili, quelli di una guerra, ma che restano comunque senza parole di fronte a un viaggio di questo tipo, mai pensato prima.
Amerigo e i suoi compagni di viaggio strabuzzeranno gli occhi di fronte alla prima nevicata della loro vita, non sapendo neppure descrivere questo evento atmosferico, e interpretandolo, inizialmente, come una pioggia di formaggio caduta dal cielo. Resteranno a bocca aperta davanti al cibo che verrà offerto loro senza alcuna difficoltà o richiesta di un qualsivoglia tornaconto. La cosa sarà talmente strana per loro, che all’inizio, nonostante la fame viscerale, faranno fatica ad avventarsi su tutto quel cibo senza riserve. Rimarranno sorpresi, quasi incapaci di crederci per davvero, di fronte ai vestiti offerti loro dai volontari del Partito Comunista. Amerigo, più di tutti, che da sempre nutre una passione quasi morbosa per le scarpe, cosa che vi farà sorridere durante la narrazione se deciderete di leggere questo libro, continuerà a non credere ai suoi occhi nel vedere i suoi piedi avvolti da morbide calzature, perfettamente integre, senza alcun buco, segno di usura o suola sgualcita.
Ma più di tutto, ogni singolo bambino presente su quel treno, rimarrà incantato, quasi incredulo, davanti all’amore gratuito, incondizionato e senza riserve, che la propria famiglia adottiva, la famiglia “del Nord” come la chiameranno, dona loro.
Amerigo si ritroverà catapultato in una nuova vita, in una nuova città, gli sembrerà addirittura di essere in un’altra Italia, ma mai si sentirà solo. Pur essendo lontano dalla sua mamma, Amerigo scoprirà l’amore materno e affettuoso, dolce e generoso, di una donna che lo tratterà non come un ospite, non come un nipote, ma come un vero e proprio figlio.
Amerigo, come buona parte dei bambini saliti su quel treno, scoprirà quanto grande può essere il cuore umano, capace di accogliere l’amore di ben due famiglie, e di amare senza limiti. Perché non esistono limiti all’amore e al cuore.
Leggendo le pagine di questo romanzo, entreremo a fare parte della vita di Amerigo, una vita che, lo vedrete, quel fatidico treno dei bambini, cambierà per sempre.
Francesca Motta