A Monza, nel braccio settentrionale del transetto del Duomo, si apre la Cappella della Regina Teodolinda.
Un vero e proprio omaggio a una delle figure più celebri e amate del territorio e del passato monzese.
Non è un caso, infatti, che il ciclo di affreschi che ricopre interamente ogni singolo angolo della Cappella, sia a lei dedicato: le “Storie di Teodolinda”.
La protagonista di questi enormi affreschi, Teodolinda, è una donna, una donna che ha vissuto nel periodo storico più buio per eccellenza, il Medioevo, durante il quale la sua condizione di “essere donna”, però, non l’ha certamente fermata.
Teodolinda, una donna forte dunque, ma prima di ogni altra cosa, una Regina.
Nata per essere la figura più amata dai Longobardi, donna caparbia, tenace, potente, che ha sempre combattuto per la creazione di quello che, purtroppo, vedrà la luce del sole soltanto un secolo più tardi, ovvero un unico grande e potente regno, che superasse le tensioni e le diversità religiose prima di tutto, ma anche culturali, e che avvicinasse, fondesse due potenti popolazioni: Longobardi e Romani.
A Teodolinda LA REGINA è, quindi, dedicato il ciclo di affreschi della Cappella del Duomo che fu realizzato tra il 1441 e il 1446, per opera degli Zavattari, una famiglia di celebri artisti lombardi che possedeva una bottega a Milano e che è stata fautrice di numerosi capolavori artistici nella città e nelle zone limitrofe.
Le “Storie di Teodolinda” si sviluppano su una superficie di circa 500 mq, per un totale di 45 episodi raffigurati.
L’affresco, la cui narrazione segue un andamento orizzontale da sinistra a destra, e dall’alto verso il basso, racconta: le nozze tra Teodolinda, principessa di Baviera, e Autari, re dei Longobardi, matrimonio che si conclude con la morte di quest’ultimo; quindi, le seconde nozze della Regina con Agilulfo; la fondazione e i primi lavori per la crezione della Basilica di Monza, in seguito alla morte del re Agilulfo e della Regina; infine, lo sfortunato tentativo di riconquistare l’Italia dell’imperatore d’Oriente, Costante, e il suo mesto rientro a Bisanzio.
Non sono solo gli affreschi a commemorare l’amata regina, ma tutta l’intera struttura della Cappella, nell’altare, infatti, è custodita la Corona Ferrea, che per secoli cinse il capo dei più potenti sovrani della storia.
Inoltre, contro la parete di fondo vi è posto il sarcofago in cui nel 1308, dalla sepoltura originaria nell’antica Basilica longobarda, furono trasportati i resti della regina Teodolinda. Una successiva e più recente ricognizione, ha poi confermato la presenza di ossa umane di un adulto di sesso femminile e di un giovane maschio: Teodolinda e il giovane figlio Adaloaldo.
Nel 2008 la Cappella della Regina Teodolinda è stata sottoposta ad uno scrupoloso intervento di restauro, conclusosi nel 2014.
Il restauro ha così restituito agli affreschi delle “Storie di Teodolinda” tutto il loro colore, quella luminosità intrinseca e i dettagli più sofisticati delle scene di vita della sovrana.
Al territorio di Monza è stato riconsegnato un pezzo di storia e di arte ma, soprattutto, la testimonianza e il ricordo dell’affetto, del rispetto, della stima e dell’amore del popolo per la sua Regina.
Entrando nella Cappella del Duomo di Monza si respira questa forte devozione e, inoltre, si ha l’opportunità di percepire il carattere forte e deciso di una donna che, sin dal Medioevo, è stata una precorritrice del femminismo per eccellenza.
Determinata, caparbia, potente, adorata e ammirata dal suo popolo.
La Cappella del Duomo monzese e i suoi affreschi, testimoniano l’indelebile passaggio nella storia di Teodolinda: una donna nata per essere Regina.
Francesca Motta