Un ritorno da vivere con gli occhi

0
Un ritorno da vivere con gli occhi

Ci siamo. È arrivato il momento tanto atteso.

La riapertura delle scuole.

Oggi, 14 settembre, non è soltanto il giorno del rientro a scuola dopo le vacanze estive, è il ritorno a scuola dopo la quarantena.

È un ritorno a quella che amiamo definire “normalità”. A quella vita delineata dalla routine che ci dà certezze. Le uniche in nostro possesso, le uniche in grado di darci quella parvenza di sicurezza e di controllo.

Il ritorno a scuola, proprio come la riapertura delle fabbriche e delle attività commerciali e professionali, a maggio, è un successo.

Un ritorno da vivere con gli occhi

È il ritorno alla cultura tangibile dalla quale le giovani menti degli studenti meritano di essere circondati.

Sì, perché stiamo parlando delle menti del futuro, delle promesse di questa nostra Italia. Del suo nuovo orizzonte.

E allora oggi, in questo primo giorno di scuola dopo la lunga e obbligata assenza dettata dal lockdown, il mio pensiero va a loro, agli studenti e alle studentesse, ai ragazzi e alle ragazze, ai bambini e alle bambine che fanno ritorno in aule come non le abbiamo mai viste prima.

Banchi separati e distanziati. Mascherine all’intervallo, quando ci si alza dal banco per qualsiasi motivo, quando non si può o si rischia di non poter rispettare la distanza di sicurezza.

Nessun compagno di banco, quello con il quale spesso e volentieri capiti per caso il primo giorno, e che poi diventa l’amico insostituibile e il confidente al quale non puoi più rinunciare per tutto l’anno scolastico. L’amico che si siede accanto a te e che ti sorride la mattina presto, quando entrambi avete gli occhi ancora assonnati e le labbra che profumano di colazione frettolosa e di sbadigli sul sedile della macchina o dello scuolabus. Quella persona che, quando vedete il posto vicino al vostro vuoto e freddo, capite subito essere malata. E vi sentite soli. E saprete che quella giornata a scuola, seppur entusiasmante, non sarà mai allegra e frizzante come quando il vostro compagno di banco è lì di fianco a voi.

Un ritorno da vivere con gli occhi

Oggi, in questo euforico quanto inverosimile giorno di riapertura delle scuole, non ci sarà più il compagno di banco. Ciascun alunno avrà la propria singola postazione d’apprendimento.

Le mascherine copriranno buona parte del viso di queste giovani menti volte all’assorbimento del sapere. Nessun sorriso strappato alle spiegazioni dell’insegnante, nessuna battuta che susciti le risate di tutti quanti, un unico coro unito nell’ironia del momento…o forse questo sì, ci sarà ancora, perché c’è sempre spazio per un sorriso, c’è sempre posto per una risata all’unisono. Anche con una mascherina a coprire il volto.

Il mio pensiero va soprattutto a quei bambini che oggi, più di chiunque altro, affrontano una novità importantissima. Non solo la ripresa della scuola, ma l’inizio effettivo del percorso scolastico. Penso ai bimbi e alle bambine che oggi hanno iniziato la prima elementare. Il loro primo passo verso un futuro in continuo sviluppo, in costante crescita e apprendimento. Il loro apprendimento, la loro crescita culturale e personale.

Un ritorno da vivere con gli occhi

Un abbraccio virtuale ma sincero e sentito a quelle giovani e piccole ma brillanti menti vogliose di imparare, di crescere, di sperimentare. E che dovranno farlo, oggi più che mai, in un modo del tutto nuovo. Con distanze e con precauzioni, con sicurezza e con consapevolezza. La stessa consapevolezza che porterà questi bambini a conoscere i loro compagni e il mondo esterno tramite gli occhi.

L’unico spiraglio scoperto al di là della mascherina. Gli occhi. Quello specchio dell’anima che non siamo più abituati a guardare davvero. Gli occhi. Il riflesso delle nostre gioie e delle nostre sofferenze. La trama incorruttibile del nostro vissuto. La prova dei nostri sentimenti.

Questi bambini, coperti dalle mascherine e tenuti a debita distanza dalle norme di sicurezza, impareranno a capire il malessere di un compagno dai suoi occhi. Quegli occhi che non potranno più essere sviati da un sorriso di circostanza o di mascheramento. Quegli occhi che parleranno oggi più che mai della nostra anima e dei nostri sentimenti. Gli occhi. Che ora più che mai, saranno lo specchio delle nostre emozioni, del nostro io.

Un ritorno da vivere con gli occhi

E allora buon inizio, buon anno scolastico a voi, piccoli e promettenti giovani studenti. Il futuro è nelle vostre mani, nelle vostre menti. Nei vostri occhi.

Buona fortuna a voi, alle nuove generazioni che speriamo possano imparare ad ascoltare con gli occhi.

Francesca Motta

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci un commento
Inserisci il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.