La Scala di Milano: se pensi che uno dei teatri più famosi del mondo nasce appena 11 anni prima della rivoluzione che appena al di là delle Alpi cambierà il mondo, e che farà dell’ottocento un tempio del progresso ma anche della Bastiglia un luogo di crudeltà e del terrore, capisci quanto era diverso il modo di governare delle Monarchie al di quà, e al di là delle Alpi, sul finire del ‘700.

C’è chi sostiene che solo dai bagni di sangue, dagli annichilimenti possono nascere innovazioni e progresso. Ma la storiadi quuei decenni, del regno austroungarico, inglese e Americana, dicono cose diverse.

Niente epurazioni. Pur in un bagno di sfruttamento popolare come la rivoluzione industriale fu, la nascita della borghesia al di là delle Francia venne incanalata in una sorveglianza armata ma tollerabile, senza eccessi.

E la storia della nascita del Teatro “a Santa Maria della Scala”, un po’, ne è paradigma.

Dunque, siamo a Milano. Alla fine del ‘700. La musica si sta spostando dalle “camere” dei nobili a platee più ampie, a dimostrare che c’è qualcosa di nuovo sotto il sole della ricchezza: la borghesia. Una classe sociale potente perchè ricca, e questa reclama luoghi dove trovarsi e “mostrare” il nuovo potere.

Teatri, a Milano, dal Rinascimento, c’erano sempre stati. I più prestigiosi erano i tetari di corte, “ristretti” nel cortile del Palazzo Reale. Ad inizio del ‘700 era stato costruito il Regio Ducal Teatro, distrutto da un incendio nel 1776.

A questo punto, davanti alle ceneri del vecchio, le famiglie “nobili” meneghine, titolari dei palchi nel vecchio teatro, chiesero la costruzione di un nuovo luogo per l’opera concertistica, e si dissero disposte a finanziarlo purchè si ridesse loro il diritto ad un palco (e questo dimostra che avevano ben chiaro che stavano perdendo potere, se pagavano per mantenere privilegi, invece di pretenderli e basta).

Maria Teresa acconsentì, e nacque il nuovo Teatro, alla Scala, chiamato così perchè in quella zona sorgeva una Santa Maria alla Scala abbattuta in precedenza per far spazio al teatro precedente (anche la chiesa perdeva il suo potere assoluto).

Maria Teresa, per La Scala di Milano, di volontà sua, ci mise:

  1. la scelta dell’architetto reale, il Piermarini, fresco dei lavori alla Reggia (altro luogo che vivrà grande storia), a ribadire che le cose nello stile e nell’arte ora le guidava Vienna, non le singole capitali.

2. l’imposizione di una platea più vasta (fra l’altro il pubblico stava in piedi), per dimostrare al popolo che le porte del privilegio si stavano un po’ aprendo.

Il resto è storia de La Scala di Milano, una eccellenza che arriva fino ad oggi, la strada di una qualità che con orgoglio merita di essere approfondita.

Una storia che comunque può dire che se il potere vuole, con la cultura si costruisce il bello, si fa crescere il pensiero ma soprattutto, si può detenere il comando senza grandi stragi o il bisogno di fare degli slogan idioti una corrente di pensiero illuminato…

cc

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci un commento
Inserisci il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.