Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

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Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

“Vestita in quel modo…se l’è cercata”

“Se vai in giro così scollata e scoperta, certe cose puoi anche aspettartele”

“Era fuori a fare festa con tutti amici maschi…”

“Era ubriaca, non sapeva nemmeno lei cosa stava succedendo”

“Sembrava essere consenziente, gli ha sorriso…”

BASTA!

Basta cercare giustificazioni che in nessun modo possono e devono motivare un gesto di violenza.

La violenza è il reato. La violenza è la colpa. La violenza è l’istinto feroce e ingiustificato, sempre. La colpa è di chi commette questo gesto oltraggioso, vergognoso e privo di qualsiasi forma di umanità.

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

Non è colpa nostra. Non lo è mai.

Non è colpa di un atteggiamento o di un vestito. Di una festa o di una scelta sbagliata.

Noi, donne, non abbiamo commesso alcuna scelta sbagliata. Non siamo noi il problema.

Sbagliato è l’uomo che commette violenza nei nostri confronti. Sbagliati sono quegli uomini che uomini non sono mai stati e non lo saranno mai. Sbagliato è l’atteggiamento e il giudizio di una società che invece di condannare il colpevole, lo giustifica, e cerca nella vittima un segnale di insensata provocazione.

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

La colpa non è nostra donne. La colpa è di una società retrograda e ingiusta. Ignorante.

Perché se non indossavamo una minigonna, allora la colpa era della nostra maglietta decisamente troppo scollata. E se non era la maglietta il problema, allora sarà stato il nostro sorriso. Oppure un’uscita con soli amici uomini. Oppure ancora, un posteggio troppo isolato e al buio. Si sa che potrebbe essere pericoloso…è stata colpa nostra, troppo sprovvedute. E se poi eravamo ubriache…ah beh la colpa era decisamente la nostra! Chissà quali avances avremo mai fatto o quali “cose” avremo lasciato intendere. E se poi andiamo a ordinare da bere al bar dobbiamo sempre stare attente a chi e cosa ci versa da bere, tenere sempre sott’occhio il nostro bicchiere, perché se lo lasciamo incustodito o abbassiamo la guardia per un istante, allora chiunque può sentirsi in dovere di versarci dentro la “droga della stupro”.

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

Ma ci credete? Ci credete davvero a quello che dite?

No donne, non è colpa nostra. Non lo è mai.

Nemmeno quando ci insinuano il dubbio. Quelle parole che graffiano la nostra anima già ferita e la fanno sanguinare ancora e ancora. Rendendo ancora più lungo e doloroso il processo di guarigione.

Non è mai colpa nostra.

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

Perché dobbiamo stare attente al nostro abbigliamento? Perché mai una minigonna o una scollatura un po’ più profonda del solito dovrebbe fare apparire legittimato un atto di violenza? Un uomo che cammina per le strade a torso nudo in una giornata di calura estiva, non viene violato o privato della propria libertà da noi donne. Perché mai allora, un uomo…e siamo già fin troppo magnanime a definirlo così…dovrebbe arrogarsi il diritto di violarci per una gonna? Per una scollatura?

No donne, non esiste giustificazione alcuna. Non esiste mai. Ricordiamocelo. Non permettiamo a nessuno di ferirci più di quanto abbiano già fatto.

Siamo libere di vestire come ci pare e piace. E siamo libere, non solo di sentirci belle con ciò che indossiamo, ma anche di sentirci al sicuro.

E siamo libere di rivolgere sorrisi a chi vogliamo, perché vogliamo essere gentili e cortesi. Senza che questo debba farci venire dei ripensamenti. Senza che si insinui in noi l’ingiusta sensazione di avere fatto qualcosa di sconveniente.

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

Perché dovremmo essere libere e sicure di poter posteggiare la nostra auto dove c’è parcheggio libero. Senza dover guardare la zona, l’illuminazione, l’orario, la gente che passa. Perché non possiamo sentirci sicure nemmeno nel dirigerci alla nostra auto di ritorno da una lunga e stancante giornata di lavoro? Perché?

E perché dobbiamo portarci appresso una bottiglietta d’acqua nelle serate di festa e di balli per poter bere in sicurezza? Senza il rischio e la paura che qualcuno, mentre ci divertiamo, e avremmo tutto il diritto di farlo senza alcun timore, ci droghi per poi approfittare di noi?

E perché mai dovremmo sentirci in colpa se usciamo in compagnia di soli uomini? Perché un uomo che esce con le sue amiche donne torna sempre a casa illeso, come è giusto e normale che sia, e a noi donne, invece, capita spesso, troppo spesso purtroppo, che questo semplice gesto possa essere scambiato come una concessione? Perché se usciamo con gli amici e ridiamo e scherziamo con loro, e magari sorridiamo anche a un ragazzo per il quale abbiamo una cotta, questi debbano sentirsi liberi di violarci?

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

Perché? Tutto questo non risuona assurdo e inverosimile e assolutamente sbagliato E MALATO E CRIMINALE anche alle vostre orecchie?

Non è mai una provocazione. Non è mai un fraintendimento. È un crimine. E come tale va punito.

E poi avete anche il coraggio di sospettare di noi vittime, quando tardiamo nel denunciare un atto di violenza. Chiedetevi come mai.

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

Forse perché dobbiamo piangere tutte le nostre lacrime prima di trovare la forza di denunciare. Forse perché la ferita di una violenza subita, non è come un taglio, non smette di sanguinare dopo averla ricucita. Essere vittima di una violenza è sanguinare sempre e costantemente nel cuore e nell’anima. Convivere ogni istante con questo dolore e doverci fare i conti. Sperando che poi, un giorno, ci sveglieremo meno doloranti di prima e con meno sofferenza dentro di noi.

Non chiedetevi, quindi, come mai non denunciamo subito. Non sospettate delle vittime se tardiamo a sporgere denuncia. Non siamo noi quelle da condannare. Chiedetevi, piuttosto, come mai una donna debba avere timore a farlo.

Chiedetevi perché una donna, quando denuncia una violenza subita, non debba essere accolta da comprensione e solidarietà. Da protezione e fiducia. Ma dal sospetto.

Non è colpa nostra, donne. Non lo è mai.

Non è colpa nostra donne. Non lo è mai. Non è colpa nostra se al posto di un abbraccio forte e protettivo, colmo di comprensione, riceviamo un’ulteriore pugnalata alle spalle.

Non è colpa nostra se le parole di quella che dovrebbe essere “giustizia” ci tagliano l’anima più di qualsiasi coltello e fanno sanguinare ferite non ancora rimarginate.

Francesca Motta

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