Non regalateci fiori l’8 marzo, regalateceli tutti i giorni. Anzi, meglio, trattateci, tutti i giorni, come i fiori che siamo.
Guardateci attentamente e siate finalmente capaci di vedere in noi il giallo scoppiettante di luminosità e di energia della Mimosa. Il rosso romantico e passionale della Rosa. Il blu intenso e misterioso di una Viola del pensiero. L’arancione vivace e sorridente, di quella positività contagiosa del Tulipano. Il bianco delicato e regale, tenace e forte di un Bucaneve. Il rosa carnoso, sensuale e femminile dell’Orchidea.

Siamo donne e siamo fiori.
Siamo donne e siamo delicatamente meravigliose.
Siamo donne e siamo instancabilmente guerriere.
Siamo donne e siamo il coraggio di dare la vita.
Siamo donne. Siamo figlie, mogli, madri, compagne di esistenza.
Siamo donne. Siamo esseri unici e insostituibili, irrinunciabili.
Ma non fateci gli auguri per questo l’8 marzo. Non complimentatevi con noi per essere donne. Battetevi con noi e per noi affinché non sia più necessario celebrare una Festa della Donna. Non regalateci nulla l’8 marzo. Perché non abbiamo bisogno di regali, ma di riconoscenza. Riconoscete la nostra parità, la nostra diversità, il nostro essere complementari a qualcosa che altrimenti resterebbe incompleto.

Siamo donne e vogliamo essere madri. Vogliamo essere mogli e vogliamo un lavoro che ci soddisfi e ci gratifichi. Vogliamo non dover più scegliere tra i nostri figli e la nostra carriera.
Vogliamo che l’8 marzo d’ora in poi sia una giornata come tutte le altre. Perché non esiste una festa dell’uomo e non dovrà più essercene una della donna.
Non regalateci sorrisi di ammirazione l’8 marzo che poi andranno esaurendosi tutti gli altri giorni dell’anno.

Siamo donne e siamo come il vento. Che soffia e smuove la natura ad ogni stagione. Siamo come il vento caldo e avvolgente dell’estate che porta i raggi del sole direttamente sulla nostra pelle. E siamo come il vento gelido e pungente dell’inverno. Che entra nelle ossa e non se ne va più, lasciando un’impronta indelebile nel nostro essere. Come il tocco dell’amore di una donna, che abbraccia il cuore e si intreccia all’anima. Un tocco che ammalia e incanta e dal quale non ci si vorrebbe separare mai più.

Siamo il soffio leggero della stagione primaverile. Quella mano tiepida che accarezza i prati e li risveglia. Al suo passaggio sbocciano i fiori, maturano i frutti, le chiome degli alberi si illuminano del verde brillante che simboleggia la vita nella sua piena espansione.

E siamo il vento frizzante dell’autunno che rinnova. Che porta con sé le foglie secche e le deposita al suolo, creando quei meravigliosi tappeti colorati che illuminano la stagione del restauro della natura.
Siamo donne. Siamo tutto e siamo ovunque. Siamo mutevoli e siamo trasformiste. Siamo cielo e siamo radici.
Non regalateci fiori l’8 marzo. Noi donne SIAMO fiori e vogliamo essere guardate con la stessa ammirazione e stupore, ma senza essere colti da terra.
Non fateci gli auguri per la Festa della Donna. Piuttosto, imparate ad accettare un no come risposta. Noi donne riceviamo tantissimi no, spesso e volentieri, purtroppo, dettati dal pregiudizio e dall’ingiustizia, eppure non reagiamo con la violenza, prendendoci con forza ciò che ci viene negato.
Accettate e rispettate i nostri no.
Perché noi donne siamo tutto. Ma non apparteniamo a nessuno.

Siamo l’essenza più pura e genuina della Natura.
Siamo il sorriso della luna.
Siamo l’onda spumeggiante del mare.
Siamo l’eco che risuona tra le montagne.
Siamo tutto. E non siamo di nessuno.
Francesca Motta