Olimpiadi di Monaco. Si aprono il 26 agosto 1972.
Monaco. Prime Olimpiadi degli anni settanta.
Gli anni dele ideologie, del terrorismo, dell’insicurezza.
I Giochi del 1972 furono la dimostrazione che ormai lo sport non poteva essere un angolo felice, una zona franca fuori dalle pulsioni della società. Lo sport era un mercato. Era una branca assolutamente importante dell’attenzione sociale. Poteva e anzi in fondo doveva subire i mali che affliggevano il pianeta.
Insomma, con le Olimpiadi di Monaco, lo sport diventò grande. Alla maniera peggiore, diventando protagonista di un male dell’epoca, nel caso, il terrorismo palestinese.
In Germania le Olimpiadi 1972 si aprirono in maniera usuale. Erano giochi che rispecchiavano un decennio di transizione dal punto di vista culturale. Se nel dopoguerra i giochi avevano interpretato la rinascita, e negli anni sessanta il nuovo benessere, gli anni settanta sembrava avessero poco da dire dal punto di vista economico e sociale.
Qualcosa però stava cambiando nel mondo. Nelle forme e nel colore. E questo si visse anche a Monaco, grazie al lavoro di Günther Behnisch, capace di costruire una architettura sportiva e una logistica rivoluzionarie, ancora oggi ammirate.
Olimpiadi di Monaco 1972.
Olimpiadi da guerra fredda, messe vicino al blocco sovietico, con atleti dell’est vittime del doping di stato e con una città in cui si giocò anche le olimpiadi dei servizi segreti, in un contesto di pace, amore e fratellanza, sicuramente fuori dalla realtà.
Dal punto di vista sportivo, guerra fredda fu il duello di medaglie fra Russia e Usa. Come numero di ori tornarono “scientificamente” a vincere i primi, trend testimoniato dalla vittoria nel basket, successo che fermò la lunghissima serie stelle e strisce.
I personaggi distintivi furono Mark Spitz per l’occidente, nuotatore invincibile da 7 ori in 8 giorni, a cui i sovietici risposero con Borzov, l’ultimo grande velocista bianco (prima medaglia di Mennea) e Olga Korbut, che aprì l’epoca delle ginnaste icona di eleganza e perfezione.
Ma Monaco fu e è ancora l’Olimpiade del sangue.
Sicurezza 0 abbiamo detto. Una polizia che per scelta voleva guardare da lontano, convinta che i giochi dovessero ancora l’immagine della nuova Germania, ben lontana da quella nazista. Il villaggio era una zona franca. Gli ingressi praticamente non erano controllati, per evitare lunghi giri gli atleti (e non solo) scavalcavano.
Fu così, scavalcando, che entrarono i palestinesi, aiutati da atleti americani che avevano fatto … l’alba (le 4 del 5 settembre) e scambiarono i terroristi per colleghi.
Per gli armati fu un attimo arrivare alla palazzina degli israeliani. Uccisero subito chi tentò di difendersi, prendendo ostaggi gli altri.
Furono lunghe ore, poi. I terroristi richiesere la liberazione di prigionieri palestinesi e terroristi tedeschi. La Germania scelse la trattativa, opponendosi alla collaborazione con le truppe speciali israeliane, le uniche a poter rispondere ai terroristi.
Israele invece optò per la linea dura, zero concessioni.
Tutto si svolse sotto le telecamere, in diretta delle tv, con ultimatum che si spostavano di ora in ora finchè i tedeschi non organizzarono una trappola con due elicotteri che portarono gli ostaggi all’aereoporto, dove un aereo per il Cairo li attendeva.
L’organizzazione tedesca fu raffazzonata, d’altra parte non c’erano corpi specializzati ne’ strategie specifiche. Tutto si risolse con una sparatoria e una strage di ostaggi.
Si salvarono solo tre terroristi, poi liberati in un’altra trattativa ma che successivamente assaggiarono la vendetta degli israeliani che li scovarono e uccisero uno a uno, nelle città dove si erano nascosti.
Le Olimpiadi di Monaco 1972, poi, dopo la strage, proseguirono e si conclusero. Ma ne’ i Giochi, ne’ lo sport, da quei giorni, furono più gli stessi.